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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 17:11.

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Anche i festival amano il "copia e incolla". «Popsophia, il primo Festival nazionale del Contemporaneo» (dal 15 luglio a Civitanova Marche), verrà inaugurato da Umberto Galimberti. Che idea originale! Certo le sue abilità affabulatorie hanno del miracoloso.

Qualche anno fa, al festivalfilosofia di Modena, Edoardo Camurri ed io ci eravamo appostati all'uscita del San Carlo dove Galimberti aveva appena finito di affascinare la folla. Chiedevamo: «Le è piaciuta la lectio magistralis?». La risposa era immancabilmente: «Moltiiiiiisssimo!». Domanda successiva: «Che cosa ha detto?». Le risposte si facevano quasi nulle e confuse assai. Il fenomeno può apparire strano, ma è stato proprio un suo ammiratore a scoprirne il meccanismo. Francesco Bucci di articoli di Galimberti non se ne perdeva uno. E gli piacevano pure. Poi però ha cominciato ad accorgersi che contenevano nuclei di frasi assolutamente identiche, ripetute ossessivamente e rimontate, volta per volta, anche in contesti opposti, come in una sorta di lego intellettuale, fatto di concetti altisonanti ma alla fin fine vuoti.

Pure fumoserie, ne conclude questo mirabile "lettore forte". Il quale ha pubblicato, per il coraggioso Coniglio editore, con prefazione di Luca Mastrantonio, un'analisi minuziosa degli scritti del filosofo. Titolo del libro: Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale. Teoria e pratica di "copia e incolla" filosofico. Un clamoroso caso di clonazione libraria. Il succo sta in una tabella che copio e incollo nel testo, con un elenco di libri di Galimberti accompagnati da una percentuale che indica il tasso di autoplagio: «1) Heidegger, Jaspers e il tramonto dell'occidente, 1975 - 20%; 2) Linguaggio e civiltà, 1977 - 12%; 3) Psichiatria e fenomenologia, 1979 - 45%; 4) Il corpo, 1983 - 38%; 5) Oltre l'Occidente, Mursia, 1984 - 46%; 6) La terra senza il male, 1984; - 40% 7) Invito al pensiero di Heidegger, 1986 - 37%, 8) Gli equivoci dell'anima, Feltrinelli, 1987 - 49%, 9) Il gioco delle opinioni, 1989 - 48%; 10) Idee: il catalogo è questo, 1992 - 33%; 11) Parole nomadi, 1994 - 35%; 12) Paesaggi dell'anima, 1996 - 37%; 13) Psiche e techne, 1999 - 32%; 14) Orme del sacro, 2000 - 36%; 15) I vizi capitali e i nuovi vizi, 2003 - 60%; 16) Le cose dell'amore, 2004 - 52%; 17) La casa di psiche, 2005 - 82%; 18) L'ospite inquietante, 2007 - 95%». È un meraviglioso crecendo. Già la vaghezza dei titoli di molte opere sembra avvalorare la tesi di Bucci: molto fumo, niente arrosto. Ma io so per certo che non convincerà gli ammiratori di Galimberti. I fan, per definizione, non vogliono sentire ragioni. Ma in realtà io credo che Bucci abbia, involontariamente, lavorato proprio per loro.

Volete sapere che cosa pensa veramente Umberto Galimberti? Comprate il libro di Bucci. Condensa in sole 280 pagine l'intera opera di una vita. Tutto l'essenziale è davvero lì. L'alternativa è acquistare – e leggere, cosa che solo Bucci finora ha fatto – i 18 volumi. Altrimenti, come si è fatto finora, ascoltarlo solo ai festival. Le occasioni comunque, statene certi, si moltiplicheranno.

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