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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 14:03.

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«Questo film è talmente divertente che in Norvegia l'hanno censurato» dichiaravano i cartelloni svedesi pubblicizzanti l'imminente uscita di "Brian di Nazareth" (1979), controverso capolavoro cinematografico dei Monty Python, inno surreale al laicismo militante e micidiale parodia di ogni possibile clericalismo.

Eppure la tranquilla (fino a ieri) Norvegia è spesso stata tacciata di essere il paese più pagano d'Europa. Il cristianesimo, infatti, vi è stato introdotto solo intorno all'anno 1000 e le antiche credenze norrene si sono perpetrate a lungo, conservandosi - in alcune zone rurali - fino ai nostri giorni. Per essere infine vivificate, a partire dagli anni sessanta del Novecento, con la cosiddetta Ásatrú, una nuova religione che conta decine di adepti (e non solo nei paesi scandinavi) basata sulla razionalizzazione e modernizzazione del sistema spirituale dei vichinghi, a partire dall'Edda, il libro sacro dei popoli germanici pre-cristiani votati al dio Odino. Con tutte le credenze e le superstizioni connesse. Come quella relativa a un particolare grimorio (cioè un libro di magia nera, una sorta di "grammatica" religiosa al contrario) diffuso nella Norvegia medioevale, il quale contiene un incantesimo in cui il mago è incaricato di rinunciare a Dio e allo Spirito Santo per votarsi completamente a Lucifero, "capo degli oscuri abissi". Un testo ripreso da un manoscritto proveniente da Wittenberg, simile ai libretti occulti attribuiti al Dottor Faust.
Un testo che potrebbe essere – anche se ufficialmente non v'è alcun nesso – alla base della diffusione del fenomeno sottoculturale che più ha fatto parlare della Norvegia negli ultimi 30 anni, cioè la musica Black Metal. Ossia satanica. I cui controversi interpreti si sono spesso macchiati di delitti e atti vandalici inauditi.

Nata come versione scandinava della corrente americana del Death metal, la Black ("Svartmetall" in Norvegia, ove è stata ed è popolarissima) pone al centro dei suoi testi la lode di Satana e delle sue opere, istigando alla distruzione della cristianità. I blacksters vestono sempre di scuro, si tingono i capelli di nero e coltivano la misantropia. La pratica di rituali satanisti è spesso integrata nella condotta di vita di queste persone. Il gruppo che più ha fatto scalpore è stato quello capitanato dalla leggendaria figura di Øystein Aarseth, alias Euronymous: i Mayhem. Che ormai non esistono più, dopo la morte per suicidio del vocalist Dead e l'omicidio dello stesso Euronymous, avvenuto per mano di Varg Vikernes, alias Count Grishnackh. Euronymous aveva fondato, con sede nel retro del negozio di musica black "Helvete", l'Inner circle. Da lì partivano gli ordini di distruzione di chiese e profanazione di tombe che hanno sconvolto la Norvegia dei primi anni ‘90.

I media erano arrivati a parlare di una vera e propria organizzazione terroristica denominata "Satanic Mafia". Altra figura di spicco di quel mondo fu Varg Vikernes, colui che assassinò Euronymous. Vikernes, pur facendo parte del movimento, era l'unico che non beveva né fumava, né si drogava. Autore di indicibili atti vandalici a danno di celebri luoghi sacri in tutta la Norvegia (con decine di capolavori artistici distrutti), motivava il suo comportamento affermando di voler vendicare i suoi antenati - costretti dai cristiani a convertirsi per non venire trucidati – e i preziosi templi pagani devastati secoli prima dai missionari cattolici.

Oggi Vikernes continua a fare dischi dal carcere (in cui sconta una condanna a 21 anni di prigione, massimo della pena in Norvegia) sostenendo di difendere l'identità scandinava dalla «cospirazione giudaico-cristiana».

Storie agghiaccianti che costituiscono l'altra faccia della medaglia di un paese in cui la libertà religiosa non è mai messa in discussione. Nemmeno quella dei musulmani (che sono circa il 2% della popolazione norvegese, con un trend in costante crescita).

Tempo fa Oslo (che poi è la città ove si assegna il Nobel per la pace) si era mostrata favorevole alla costruzione di una Moschea finanziata con denaro proveniente dal governo saudita. Molto pragmaticamente aveva chiesto, però, che in cambio Ryhad permettesse di costruire una chiesa cristiana sul proprio territorio. Inutile dire che non se ne fece più nulla. E non certo per colpa del satanismo…

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