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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 20:12.

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Musicalmente parlando per Amy Winehouse il vero debutto sulla scena risale al 2003 con l'album "Frank". Un enorme successo. Tante le influenze jazz e, salvo due cover, pezzi scritti tutti da lei. La sua voce viene paragonata a quella di Sarah Vaughan e Macy Gray. Il disco vola nelle classifiche inglesi quando nel 2004 viene nominato ai Brit Awards nelle categorie British Female Solo Artist e British Urban Act. E per Amy arrivano due dischi di platino oltre alla soddisfazione di aver venduto in totale 1 milione e mezzo di copie.

Una carriera tutta luci e ombre la sua, tra canzoni di successo e disastrose esibizioni live. Nata il 14 settembre 1983 da un padre russo (tassista) e da una madre inglese (infermiera) cresce a Southgate e fa parlare di sé fin dall'infanzia. A dieci anni ha già fondato un gruppo rap
amatoriale, a tredici è cacciata dalla scuola per un piercing di troppo al naso. A sedici il grande salto nella musica, stavolta da professionista, e la firma per la casa discografica Island/Universal.

Il suo album d'esordio, "Frank", è, lo dicevamo, di ottobre 2003. Il boom planetario arriva con "Back to Black", il secondo lavoro pubblicato dalla Winehouse nell'ottobre 2006. A lanciarlo è il singolo "Rehab", senza
dubbio il suo brano più conosciuto: il titolo è emblematico e rappresenta il suo rifiuto a disintossicarsi dalla droga e dall'alcol.

«Hanno provato a farmi andare in riabilitazione, ma io ho detto no, no, no», recita il verso d'apertura della canzone. Rehab diventa un tormentone mondiale e nel 2008 regala a Amy Winehouse tre Grammy Awards nelle categorie "Record of the year", "Song of the year" e "Best female pop vocal performance". A questi se ne aggiungono altri due: uno nella categoria "Best New Artist" e uno per l'album "Black to Black" nella categoria "Best pop vocal album". La cantante inglese entra a far parte di
un ristrettissimo gruppo di cantanti che hanno ottenuto un numero così elevato di riconoscimenti in un solo anno: ne fanno parte Lauryn Hill, Alicia Keys, Norah Jones e Beyoncé.

"Back to Black" rimarrà l'ultimo album di Amy Winehouse. Dal 2006 in poi la sua carriera e la sua vita privata sono costellate di successi, ma anche e soprattutto di eventi traumatici: il concerto a Londra ad Hyde Park in occasione dei 90 anni di Nelson Mandela (2008), il divorzio dal marito e l'intervento di chirurgia estetica per aumentarsi di una taglia il seno (2009). Fino alle sue ultime due apparizioni pubbliche. Quella disastrosa
dello scorso 18 giugno a Belgrado, con un concerto interrotto dopo pochi minuti a causa della sua evidente ubriachezza. E quella a sorpresa di tre giorni fa (il 20 luglio) nella sua Londra in occasione dell'I Tunes Festival. Amy Winehouse entra così nel triste "Club of 27", il gruppo dei cantanti deceduti a 27 anni: ne fanno parte artisti che hanno fatto la storia della
musica come il fondatore e chitarrista dei Rolling Stones, Brian Jones, e ancora Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Kurt Cobain.

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