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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2011 alle ore 16:37.

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Un mese segnato dal cinema a stelle e strisce. Iniziato con il grande successo di «Transformers 3» e proseguito con i trionfi di «Harry Potter e i doni della morte-Parte II» (co-prodotto però con il Regno Unito) e di «Capitan America», luglio ha visto una vera e propria invasione di pellicole statunitensi nelle nostre sale.

In quest'ultima settimana del mese, almeno in teoria, più caldo dell'anno, questa tendenza prosegue con l'uscita di due titoli che rafforzano ancor di più la vasta presenza di pellicole americane nei nostri cinema.

Fra essi il più atteso è certamente «Vanishing on 7th Street», horror diretto da Brad Anderson con protagonista Hayden Christensen.

Ambientato a Detroit ai giorni nostri, il film racconta di un inspiegabile blackout che causa la scomparsa della quasi totalità degli abitanti della metropoli. I pochi sopravvissuti, rifugiatisi in una tavola calda, dovranno cercare di scoprire la causa del misterioso evento.

Al termine di un interessante incipit ambientato in una sala cinematografica, «Vanishing on 7th Street» non riesce a mantenere le promesse a causa di una sceneggiatura debolissima che ricorda da vicino troppe altre pellicole dello stesso genere.

Fra queste il riferimento recente più immediato sembra essere «The Mist» di Frank Darabont del 2007, che però, a differenza di «Vanishing on 7th Street», proponeva una riflessione metaforica e socio-politica garante di uno spessore decisamente maggiore.

Il regista Brad Anderson, sempre più impegnato a dirigere episodi di serie televisive di successo come «Fringe» o «Boardwalk Empire», sembra aver diretto questo film in maniera sbrigativa e superficiale, allontanandosi così dallo stile studiato e ricercato dei suoi lavori precedenti, tra i quali svetta «L'uomo senza sonno» del 2004.

Molto diverso per genere di appartenenza, ma non (purtroppo) per incisività, è «Diario di una schiappa» di Thor Freudenthal.

Tratto da un best-seller di Jeff Kinney del 2007, «Diario di una schiappa» arriva nelle nostre sale con oltre un anno di ritardo rispetto all'uscita in patria, dove ha ottenuto ottimi risultati ai botteghini.

Il film ruota attorno al personaggio di Greg, un ragazzino di undici anni che deve affrontare quotidianamente il temibile universo delle scuola media. Le sue disavventure verranno trascritte in un diario, che si dimostra essere il suo compagno più fedele.

Commediola priva di pretese ma anche di mordente, «Diario di una schiappa» difficilmente otterrà nel nostro paese il successo avuto negli Stati Uniti.

Resta un valido motivo per andare a vedere il lavoro di Freudenthal la scoperta, per chi ne fosse ancora all'oscuro, della giovane talentuosa Chloe Moretz che, dopo le sue performance in «Kick Ass» e «Let Me In», è ormai considerata una delle più grandi promesse attoriali del cinema americano.

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