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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2011 alle ore 20:28.

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La ventiquattresima edizione del festival Time in Jazz., la "città del miele" della Sardegna dove è nato il trombettista Paolo Fresu che è anche direttore artistico del festival, è iniziata con un concerto che, senza esagerazione, si può definire storico. Lo ha tenuto il duo di Ballaké Sissoko e Vincent Segal, kora e violoncello, nell'incanto della basilica di Saccargia a Codrongianus, nei pressi di Sassari. La basilica ha già ospitato nel 2010 un concerto di solo pianoforte di Enrico Pieranunzi, sempre nell'àmbito di Time in Jazz, e quest'anno, sull'onda del grande successo ottenuto dal pianista romano, l'esperienza è stata ripetuta.

La kora è un'arpa africana di suono esile, a metà fra l'arpa e la chitarra della musica europea. Potrebbe sembrare incompatibile con il violoncello, ma tutto è dipeso dall'affiatamento fra i due artisti che, prima di dare vita al duo, si sono frequentati a lungo fino a stabilire tra loro un solido legame di stima e di amicizia. Entrambi, separatamente, sono noti in Europa, ma assai meno in Italia per ragioni di cattiva distribuzione discografica. Insieme hanno inciso un solo cd - il cui titolo "Chamber Music" sottolinea la mancanza di qualsiasi appartenenza a generi musicali convenzionali - che da noi è del tutto sconosciuto. Grande è stata quindi per il pubblico di Saccargia, folto e partecipe, la sorpresa che si è tradotta progressivamente, brano dopo brano, in emozione profonda culminata in due bis e in una standing ovation che in queste manifestazioni, legate al jazz migliore e ai suoi dintorni, non si riscontra di frequente. Il concerto è stato ripetuto il giorno seguente all'aperto con analogo risultato. Il cd è pubblicato dalla No Format Records, e per ora può essere reperito, grazie alle vie improbabili delle importazioni dirette, in negozi particolarmente attenti e forniti. Vale comunque la pena di cercarlo.

C'era attesa e curiosità per il quartetto Gaia Cuatro, presentato correttamente come un gruppo che si pone ai confini dei nuovi territori del jazz, e che realizza un inatteso confronto fra l'Argentina e il Giappone. Ma, almeno nel recital al quale ha assistito chi scrive, qualcosa non ha funzionato a dovere. I musicisti sono Gerardo Di Giusto pianoforte, Carlos Buschini contrabbasso e basso elettrico. Ashka Kaneko violino e voce, Tomohiro Yahiro percussioni, indubbiamente pregevoli.

Però il violino, la voce e il pianoforte hanno avuto seri problemi con l'amplificazione, al punto che per buona parte del concerto il pianoforte è sembrato uno strumento molto diverso da quello inventato cinque secoli fa da Bartolomeo Cristofori, e gli stridori fuori programma del violino hanno provocato un intervento degli addetti al service per risolvere il problema. Per fortuna il quartetto vantava un ospite di riguardo come Paolo Fresu (tromba e flicorno) che con il suo brillante contributo ha tramutato in applausi le perplessità degli intenditori. Il quartetto merita tuttavia di essere riascoltato in un'occasione più fortunata.

Nell'empireo della grande musica si è tornati con un altro duo, Javier Girotto sax soprano, sax baritono, flauto dritto e Luciano Biondini fisarmonica. L'ambiente del jazz italiano ha infine acquistato consapevolezza di quale regalo abbia avuto dalla sorte con l'arrivo nel nostro Paese, verso la fine del secolo scorso, di uno straordinario solista argentino qual è Girotto: senza contare che non manca chi ritiene che il futuro della musica d'arte risieda in Brasile e in Argentina. Nella basilica di San Simplicio di Olbia, anch'essa colma di pubblico entusiasta, Girotto e Biondini hanno gareggiato in perfezione formale ed espressiva variando due temi, Aires Tango di Girotto e un titolo simil pirandelliano di Biondini, e lanciandosi fra l'uno e l'altro in improvvisazioni totali. Bene ha fatto Girotto a sottolineare che queste "composizioni istantanee" sono un unicum prezioso, mai più ripetibile nello stesso modo, nella basilica di San Simplicio per la quale costituiscono un omaggio o in qualunque altro tempo o luogo. Se, in giro per l'Italia, incontrate questi due campioni, non perdeteli. Sono commoventi e meravigliosi.

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