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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2011 alle ore 09:59.

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Il cinema estivo è spesso sinonimo di leggerezza e spensieratezza grazie alla presenza di tante pellicole che si rifanno, più o meno direttamente, al genere scanzonato per eccellenza: la commedia.
Le uscite di questa stagione hanno confermato la tendenza, con parecchi titoli appartenenti al filone: da «Libera uscita» dei fratelli Farrelly, arrivato nelle nostre sale a metà giugno, a «I pinguini di Mr. Popper» di Mark Waters.

Anche questa settimana di metà agosto non fa eccezione e fra le novità cinematografiche troviamo altre due commedie, naturalmente a stelle e strisce, pronte a ottenere buoni risultati ai botteghini.
La più interessante e divertente è «Le amiche della sposa» di Paul Feig, che arriva in Italia dopo aver ottenuto oltre 160 milioni di dollari d'incasso in patria, a fronte di un budget di "soli" 32.

Protagonista del film è Annie, trentenne di Milwaukee, che conduce un'esistenza scialba tra vuote avventure sentimentali e un lavoro poco stimolante. Quando la sua migliore amica Lillian le chiede di farle da damigella d'onore al suo matrimonio, Annie scoprirà che seguire il percorso organizzativo della cerimonia sarà tutt'altro che una passeggiata.

L'idea vincente della pellicola è proprio la traslazione del personaggio principale, rispetto ai canoni del genere, dalla sposa alle sue amiche, pronte a rivaleggiare tra loro per far cambiare idea a Lillian su chi debba essere la sua prima damigella.

Se l'originalità del soggetto permette al film di mantenere un buon ritmo nella prima parte, la necessità commerciale, o il poco coraggio, di non rischiare fino in fondo a livello narrativo, provoca un deciso calo verso una conclusione troppo scontata.

Il regista Paul Feig lascia saggiamente spazio alle sue vulcaniche protagoniste, ma rischia spesso di perdere le redini di un prodotto in perenne alternanza, anche a causa di un montaggio poco fluido, tra divertenti trovate comico-demenziali e momenti di evidente piattezza.
Altro spunto interessante, che diventa però in pochi minuti una timida farsa priva di mordente, è «Come ammazzare il capo e vivere felici» di Seth Gordon.

Come annuncia senza troppi fronzoli il titolo italiano (quello originale è «Horrible Bosses»), i protagonisti sono tre amici trentenni che, uniti da una comune avversione per i loro datori di lavoro, decidono di ucciderli per migliorare la propria esistenza.

Nonostante alcune trovate divertenti, i colpi in canna sono davvero pochi e la noia prende costantemente il sopravvento.

In un cast formato da tanti attori noti, il migliore risulta un ottimo Kevin Spacey, in un ruolo che ricorda molto da vicino il personaggio dello spietato produttore da lui interpretato ne «Il prezzo di Hollywood» di George Huang. La sua performance può persino rappresentare un piccolo contentino per i suoi fan, sempre più numerosi, che non potranno essere a Londra per ammirarlo nei panni di Riccardo III nell'allestimento, diretto da Sam Mendes, in scena proprio in questo periodo all'Old Vic Theatre.

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