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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2011 alle ore 08:16.

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È stato il primo a trasformare la guerra nello specchio tragico e potente della vita. Il primo a fotografare non solo al fronte, ma tra le città devastate, correndo, quasi volando, dalle trincee alle macerie delle case, dai miliziani a quei volti di bambini, di madri e di vecchi devastati. E grazie a questo straordinario dinamismo morale, che abbraccia tutte le vittime e guarda negli occhi tutti i colpevoli, grazie a questa inesauribile sete di storie prima che di immagini, Robert Capa è diventato una leggenda che si rinnova a ogni sguardo. Da settantacinque anni a oggi, dai primi reportage pubblicati su «Vu» e «Regards» nel 1936, allo splendido fascicolo della serie I Grandi Fotografi Magnum Photos. Testimonianze e visioni del nostro tempo, edito da Hachette-Il Sole 24 Ore, in edicola il prossimo giovedì, l'avventura fotografica di Capa non ha mai smesso di entusiasmare. Merito certo dell'opera straordinaria di questo fotografo, ma soprattutto – e in ciò risiede la sua visione attualissima della comunicazione – del suo essere personaggio.
Robert Capa ha inventato la figura del fotoreporter, di guerra e di pace, inventando se stesso. E come per ogni creatura di romanzo e di film è partito dal nome. La metamorfosi inizia a Budapest, dove nel 1913 nasce Endre Friedmann. Un ragazzo con la passione della politica, della letteratura e un sogno, diventare giornalista. A 17 anni Bandi, così lo chiamano in famiglia, si avvicina al Partito comunista, viene arrestato, fugge a Berlino e qui trova lavoro come assistente di camera oscura nell'agenzia Dephot. Il direttore, Simon Guttmann, gli mette in mano una macchina fotografica. Prime notizie locali e poi la grande occasione, ritrarre Lev Trotzkij in esilio a Copenhagen. In quegli scatti, in quei gesti imperiosi, ci sono già i temi più cari al futuro inviato, in primis la fede nella politica, nella sua forza travolgente, in quel ritrovarsi insieme ai piedi di un palco, in manifestazione, sulle barricate per difendere un'idea e perché da questa possa nascere una società più giusta. Una politica, e la fotografia che la documenta, sempre a costo della vita.
Nel 1933 il futuro Capa, con Hitler al potere, fugge a Parigi e diventa André Friedmann. Nella città dove ha imparato «a mangiare, a bere e ad amare» – scriverà il fotografo nella sua biografia Leggermente fuori fuoco, edita da Contrasto – André incontra Gerda Pohorylle, tedesca. Sarà lei, compagna amatissima, a suggerirgli gli estremi della sua nuova identità: quel nome, Robert, omaggio a Robert Taylor, amante sullo schermo di Greta Garbo, e quel cognome, Capa, ricordo del regista Frank Capra. E sarà sempre lei a girare per le redazioni proponendo i servizi di questo misterioso, ma già autorevole fotografo "americano".
Il trucco, là dove la realtà del talento, della bellezza, della giovinezza infonde calore, funziona. Nasce Robert Capa, il suo volto e il suo corpo da cinema, in mimetica e giacca nera, con la sigaretta e le carte da poker tra le dita. E nascono i suoi magnifici servizi dalla Spagna, dai teatri della Seconda guerra mondiale, con le immagini simbolo dello sbarco in Normandia, e poi dall'Italia, dalla Germania, da New York, da Hollywood in compagnia del suo nuovo amore, Ingrid Bergman, e di nuovo in Europa, in Cina, in Africa insieme a John Huston, in Russia a fianco di John Steinbeck – è pagato più il fotografo dello scrittore – e ancora sulla Costa Azzurra con Picasso e Matisse, e nell'Idaho con Ernst Hemingway e suo figlio Gregory.
Infine in Indocina, dove Capa a 41 anni, nel 1954, muore su una mina. L'ultimo atto di una vita, l'inizio di un'altra storia. Chi fosse diventato il fotografo lo raccontano le parole dei suoi amici scrittori: un uomo così personaggio, così ancora vivo, ricordava Hemingway, «che uno deve mettercela tutta per pensarlo morto».
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Robert Capa 25 agosto - € 9,99
«Se le tue foto non sono buone è perché non sei abbastanza vicino», diceva Robert Capa. Per vedere da vicino le sue foto basta invece andare in edicola giovedì 25 agosto: il secondo volume dei ""Grandi fotografi Magnum Photo", collana proposta da Il Sole 24 Ore e Hachette, è in vendita a 9,99 euro (oltre al prezzo del quotidiano). In allegato, una grande foto da collezione.

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