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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 10:13.

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"Se non vedi, non credi". A Short Theatre le politiche della visione scenica"Se non vedi, non credi". A Short Theatre le politiche della visione scenica

Prendete nota in tempo, per programmare. E insediatevi in zona Testaccio, a Roma. Per una maratona di teatro e danza di ben quattordici giorni. Costituirete, insieme a molti altri, una comunità composita di attori, registi, performer, spettatori, operatori, studiosi. Short Theatre vi offrirà un diritto di cittadinanza temporanea all’interno di alcuni percorsi artistici legati alla drammaturgia contemporanea, alle sue derive post-organiche e post-drammatiche, alla scrittura scenica in tutte quelle  declinazioni contaminate, e non, di generi e formati, alla ricerca di un senso dello stare in scena oggi.

Rassegna ricca di idee, di modalità, di temi, di strategie, “Short Theatre” dedica questa edizione - secondo le parole del suo direttore artistico Fabrizio Arcuri - “a quelle generazioni che sono nate e cresciute nella speranza che qualcosa accadesse, immerse in un presente che sempre rimanda la soluzione di sé, condannate all’eterna giovinezza da un sistema sordo e muto”. E conia un titolo emblematico: “Se non vedi, non credi…”.

Allora, venire a  vedere per credere che c’è un bosco e un sottoboscodi fermenti creativi in atto, con una fauna di giovani, artisticamente agguerrita, che sfugge a etichette nel comporre linguaggi “altri” della pratica teatrale, accanto a colleghi più maturi che continuano a segnare il passo. Ad essi si affiancano dodici performer di diverse parti del mondo – sostenuti da un network di festival europei - e riuniti sotto la sigla “Black Market International” chedaranno vita ad rassegna dedicata al linguaggio performativo dove si esplorerà, tra il resto, il concetto di agonia (l’olandese Simon Tanguy con la coreografia “Japan”); si porrà un interrogativo sull’assurdità della vita (Fleur van der Berg in “Gaan /Going”); veranno rielaborati i cliché della cultura pop e dei B-movies (gli inglesi e spagnoli del Sleepwalk Collective con “As the flames rose we danced to the sirens, the sirens”).Short apre ancora una finestra sulla Francia e sulla creazione contemporanea nell’area iberica facendola incontrare in un workshop con alcuni artisti italiani, Andrea Cosentino, Daria Deflorian, Antonio Tagliarini, Luca Venitucci, per una verifica, con apertura pubblica, del proprio metodo di lavoro. Ed è particolarmente atteso l’affondo su uno dei più interessanti drammaturghi argentini, Rafael Spregelburd, di PsicopompoTeatro che, guidato da Manuela Cherubini, offrirà un assaggio di “un progetto impossibile” in “La stupidità studio 1: verso il futuro incerto e limaccioso”.

Com’è pure attesa la maratona dell’Accademia degli Artefatti diretta da Fabrizio Arcuri con la tre giorni di conferenza-spettacolo per raccontarne uno (di giorno e di spettacolo “One day – finalmente vivere servirà a qualcosa”,tre puntate con i testi di Magdalena Barile ambientati nell’arco di 24 ore tra Bucarest e Tijuana, ascoltando i Kiss e leggendo Brecht, rincorrendo la storia del ‘900, con persone, attori e personaggi che abitano un tempo e uno spazio, in bilico tra pubblico e privato, personale e televisivo, al confine tra il frammento e l’epopea. Una storia come un’altra di un ragazzino rumeno rapito e portato in Messico per venderne gli organi. Sul palcoscenico si alterneranno diversi artisti e special guest. Sarà intrigante la performance di Fanny & Alexander che inaugura con “Tempo Reale. TEL”, un dispositivo per comunicazioni utopiche: due attori collocati in due luoghi diversi della città, ma in collegamento tra loro, daranno vita ad un dialogo a distanza.Riserveranno sorprese, già nei titoli, il progetto in due fasi di Roberto Castello e la compagnia Aldes con “Macello - concerto per voce solista, coro e macchina del fango” e “Studio per il primo e secondo movimento di Carne Trita - Quintetto per voce e danza”; e il “Dittico sulla specie (parte 1): Dies Irae_5 episodi intorno alla fine della specie” lacreazione collettiva del Teatro Sotterraneo.

Un’altra creazione a quattro mani da tenere d’occhio è “W Niatri” firmata da Michele Riondino, Daniele Pilli e Fabrizio Ferracane con la drammaturgia di Linda Dalisi. E non è da mancare “L’amore segreto di Ofelia”di Steven Berkoff, con la scrittura fisica e messa in scena di Michela Lucenti e Maurizio Camilli di Balletto Civile. Un’altra coppia formata da Frédérique Loliée  e da Caterina Carpio, saranno, rispettivamente, una donna straniera e una vigilatrice dentro uno spazio claustrofobico, nel testo di Antonio Tarantino “Medea”. Altri nomi, come Virgilio Sieni, Codice Ivan, Collettivo Cinetico, Kinkaleri, MK, Ambra Senatore, Teatrino Giullare, Teatro Minimo, si aggiungeranno a molti altri a completare i 27 spettacoli di teatro, gli 8 di danza, e le 6 performance.

Short Theatre. Roma: Macro Testaccio, dal 5 al 7 settembre, quindi al Teatro India dall’8 al 18.

www.shorttheatre.org
www.macro.roma.museum

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