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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2011 alle ore 12:46.
«Ruggine» di Daniele Gaglianone
L'Italia batte il primo colpo. In attesa di «Terraferma» di Emanuele Crialese e degli altri film in concorso, nella sezione delle Giornate degli Autori è stata presentata la prima pellicola nostrana della Mostra di Venezia 2011: si tratta di «Ruggine» di Daniele Gaglianone, che uscirà anche nelle sale proprio questo weekend.
Al centro della vicenda una banda di ragazzini, immigrati meridionali al nord, e la scoperta dei lati malvagi della vita: la loro preadolescenza verrà infatti per sempre segnata dall'uccisione violenta di due coetanee. A trent'anni di distanza gli altri membri del gruppo, Sandro, Carmine e Cinzia, sono ancora indelebilmente marchiati da quell'esperienza, che ha messo bruscamente fine alla loro infanzia.
Il regista Daniele Gaglianone, anche sceneggiatore del film insieme a Giaime Alonge e Alessandro Scippa, ha preso spunto da un romanzo di Stefano Massaron, dichiarando di aver trovato molte similitudini con le sue esperienze di bambino trasferitosi al nord in tenera età. La tematizzazione del male, trattata da Gaglianone con grande crudezza e sensibilità, è incarnata nella figura dell'assassino pedofilo e assume contemporaneamente anche una caratterizzazione quasi metafisica. Del resto, rivela Gaglianone, la storia è da leggersi nient'altro che come una fiaba dove «un gruppo di bambini incontra l'orco che li vuole mangiare e loro lottano per far sì che questo non succeda». Ma purtroppo, continua l'autore, «il male vince comunque, perché al male basta solo comparire per prendere il sopravvento».
A dargli un volto troviamo Filippo Timi, che ha voluto cosi raccontare la nascita dell'interpretazione del tetro Dottor Boldrini: «Già a teatro ho affrontato personaggi come Satana nel "Paradiso Perduto" di Milton: c'è sicuramente una fascinazione personale verso i cattivi, ma l'interpretazione di personaggi negativi è anche un'occasione per esprimere le nostre corde più oscure».
Proprio il confronto fra Gaglianone e un cast di attori molto noti (oltre a Timi, presenti Stefano Accorsi, Valerio Mastrandrea e Valeria Solarino) aveva destato qualche perplessità in un autore, abituato nelle sue opere precedenti, da «I nostri anni» del 2001 a «Pietro» del 2010, a lavorare con interpreti sconosciuti. Sia il cast che il regista hanno però sottolineato l'esito positivo dell'esperienza: Gaglianone ha infatti dichiarato che da tempo progettava di lavorare con Accorsi, mentre la scelta di Timi è stata dettata dalla potente presenza scenica dell'attore umbro.
La colonna sonora
Proprio quest'ultimo, nonostante l'aggressività verso i più piccoli del suo personaggio, ha voluto sottolineare come dai bambini si può apprendere molto perché lavorano e giocano sul set come se tutto fosse vero. Infine, da segnalare la scelta di affidare la colonna sonora del film a Vasco Brondi, che con il suo progetto Le Luci della Centrale Elettrica rappresenta uno dei nomi più interessanti del panorama indie italiano.
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