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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2011 alle ore 18:52.

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C'era una volta "la grandeur"... Si può sorridere dei vecchi stereotipi dei nostri cugini d'Oltralpe, dalla convinzione che la cucina francese è la migliore al mondo alla fierezza di considerarsi patria dei diritti umani, da Parigi capitale mondiale al mito della galanteria francese. I vicini del nord, i belgi, spesso apostrofati dai francesi per la loro (presunta) ottusità mentale, diventano anche perfidi quando raccontano che, se un francese vuole suicidarsi, deve puntare la pistola più in alto della testa, perché è al suo complesso di superiorità che deve mirare.

Ma il libro di Alberto Toscano «Critica amorosa dei francesi», adesso pubblicato in italiano nelle edizioni Interlinea, dopo avere ottenuto commenti favorevoli in Francia su due quotidiani del calibro di "Le Monde" e "Le Figaro", è scritto in modo divertente e garbato. L'autore, giornalista e scrittore novarese, vive e lavora a Parigi dal 1986 ed è presidente del "Club de la presse européenne".

Anche mettendo da parte l'idea un po' ridicola della grandeur - scrive nella prefazione Corrado Augias - «i francesi sentono di avere alle spalle un Paese di consolidata tradizione unitaria, invece gli italiani dopo un secolo e mezzo di convivenza non hanno ancora deciso se vogliono davvero continuare o no a stare insieme. Le conseguenze pratiche, sia economiche sia ideali, della situazione sono che la Francia risponde come un "sistema", mentre l'Italia reagisce generalmente in ordine sparso ai problemi posti dalla difficile attualità del momento». Nel libro l'ironia nasce dalle parole o dalle situazioni e molti degli episodi narrati, aggiunge Augias, «saranno utili – sia a noi italiani che ai nostri cugini d'Oltralpe - per conoscerci meglio».

Anzi, come Toscano cerca di dimostrare nel suo libro, gli stessi francesi potranno sentirsi meglio il giorno in cui smetteranno di credersi "eccezionali". Che cosa vuol dire, infatti, essere la patria dei diritti umani in un'epoca in cui molti politici promettono di dare la caccia agli immigrati? I francesi non intendono rinunciare al proprio modello sociale, nonostante la crisi economico-finanziaria mondiale, convinti come sono che il loro sistema non possa essere modificato se non in peggio: «Uno Stato può chiedere ai suoi concittadini di andare in pensione uno o due anni più tardi, ma non può permettersi di rinunciare al principio della gratuità e dell'uguaglianza per tutti dell'assistenza medica». D'altronde, gli Champs-Elysées forse non saranno «la più bella strada del mondo», ma il loro charme è indiscutibile. «Uno charme – scrive Alberto Toscano – che deriva da una curiosa e seducente alchimia alla parigina, di cui la bellezza non è l'elemento fondamentale. Se un giorno qualcuno avesse l'idea (stupida) di organizzare un concorso tra tutte le città del mondo per definire qual è l'arteria urbana più bella, la Francia potrebbe farsi rappresentare dai viali che fiancheggiano la Senna o da tante altre sue bellissime strade. Questo, però, non toglie nulla al fascino di Parigi».

Alberto Toscano
Critica amorosa dei francesi
Interlinea edizioni, 2011, pp. 232, euro 14,00

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