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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2011 alle ore 14:01.

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Artemisia nasce a Roma l'8 luglio 1593 dal pittore Orazio Gentileschi e apprende le regole della pittura dal padre. Nel 1611 la pittrice viene violentata dal pittore Agostino Tassi, amico di Orazio e suo collega. Dopo la violenza, si istruisce il processo: Tassi è condannato a cinque anni di esilio da Roma ma grazie agli interventi di suoi potenti protettori la condanna è valutata ingiusta e non applicata.

Finito il processo, nel 1612 Artemisia sposa il fiorentino Pierantonio Stiattesi, amico di Orazio. A seguito dell'invito di Cristina di Toscana, nel 1613 la coppia si trasferisce a Firenze dove nasceranno quattro figli, tutti morti in tenera età a eccezione della figlia Prudenzia.

Mentre svezza i figlioli, Artemisia lavora per la corte medicea e per diverse committenze private: «Artemisia pitturessa» è tra gli artisti salariati dal granduca e nel 1616 è la prima donna a essere iscritta all'Accademia del Disegno di Firenze. A Firenze Artemisia incontra Francesco Maria Maringhi, un gentiluomo fiorentino suo coetaneo; tra i due inizia un'intensa relazione amorosa. Quando Artemisia e il marito lasciano improvvisamente Firenze nel 1620 per sfuggire ai debiti e si rifugiano a Roma, la donna inizia un serrato carteggio d'amore e d'interesse con l'amante Maringhi.

A Roma Artemisia vive nel quartiere di Santa Maria del Popolo e si inserisce presto nel giro della comunità artistica romana. Il Maringhi la raggiunge a Roma, mentre Stiattesi lascia il tetto coniugale e scompare dalla sua vita. Tra il 1627 e il 1630 numerose testimonianze certificano un'intermittente presenza della Gentileschi a Venezia. Al suo soggiorno lagunare si fa risalire la sua ricca attività come pittrice di fiori e di nature morte. Artemisia si trasferisce poi a Napoli dove è spesso in compagnia di Maringhi. Apprezzatissima dall'aristocrazia e dalla comunità artistica partenopea, Artemisia esegue ritratti, dipinti devozionali, grandi quadri da camera con soggetti tratti dalle Sacre Scritture e dalla storia antica. La sua fama si estende in tutta Europa: suo padre Orazio, che vive a Londra già dal 1626, la promuove presso la corte degli Stuart tanto che Carlo I d'Inghilterra acquista alcune opere della pittrice. La donna ha contatti epistolari con Galileo Galilei, col granduca di Toscana e il duca di Modena. Nel 1638 Artemisia raggiunge il padre a Londra, ma Orazio muore nel 1639. Artemisia torna a Napoli e lo studio della pittrice diventa una sorta di accademia: numerosi giovani pittori compartecipano alle sue commissioni. Artemisia muore forse nel 1656.

È sepolta nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini a Napoli sotto una lapide (oggi perduta) che recitava così: heic artimisia.

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