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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2011 alle ore 08:16.

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È una sorpresa la Gemma di Vergy di Donizetti, sin dalla Sinfonia. Di impronta viennese, spumeggiante, leggera, ci mette subito a schiena dritta: ohibò, ma questo è un capolavoro. E come se non bastasse la partitura, anche il soggetto sciorinato in poche battute schiette, ad apertura di sipario, immediatamente cattura. Di gusto forte, ancora illuministico (e si capisce, l'opera è scritta per l'apertura della Scala di Milano, nel 1834) ha per protagonisti due ai margini, rispetto alla grande storia. Schiavi entrambi, lui arabo prigioniero, lei moglie del conte: sterile, non gli ha dato discendenza, dunque è ripudiata e in un amen sostituita.
Onore al Teatro Donizetti di Bergamo, per aver osato la riproposta, messa in apertura di Festival. Il titolo non si dà che raramente, con la motivazione ufficiale che la parte di lei sia spericolata. È vero: sempre in scena, canta più della metà della partitura. Ma è vero a metà. Perché Maria Agresta, giovane (29 anni) e sconosciuta (registro un filo corto, ma colore e modellato melodico d'incanto) ha qui dimostrato che Gemma di Vergy potrebbe stare comodamente in repertorio. Il problema è che Donizetti, al di là di due-tre titoli, ha fama oggi di boccone per musicologi, non per musicisti. Anche a Bergamo, ad esempio, si dà in edizione critica, con un programma di sala di lusso, per spessore dei saggi. Ma l'investimento sullo studio non è pari a quello sulla scena. La regia di Laurent Gerber si accontenta di meste processioni di coristi impacciati con alabarde. Lei, Gemma, lancia le sue autenticissime e straziate grida di donna ribelle, innamorata, ferita, in posa ferma, sull'inginocchiatoio. Donizetti freme.Aspetta. Anche di ritornare a bacchette desiderose di far teatro. Roberto Rizzi Brignoli è elegante, ma butta via troppi dettagli tecnici, in buca e col coro. Mario Cassi, Gregory Kunde, Leonardo Galeazzi cantano bene, ma è canto senza drammaturgia. L'incontro delle due mogli, n. 1 e n. 2, lo straniero più razionale dei locali, il quartetto degli amori intrecciati, restano lì, a un passo dall'esser colti.
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Gemma di Vergy di Donizetti; direttore Roberto Rizzi Brignoli, regia di Laurent Gerber; Bergamo, Teatro Donizetti, oggi ultima replica

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