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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 19:46.

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Ma in realtà – osserva Henry Jenkins in Culture partecipative e competenze digitali (Guerini) – «multitasking e attenzione non dovrebbero essere viste come forze opposte tra loro. Dovremmo, piuttosto, pensare a esse come abilità complementari, entrambe usate dal cervello in modo strategico per affrontare in maniera intelligente i limiti della memoria a breve termine». Nella storia umana, del resto, siamo stati sia «contadini», cui è necessaria un'attenzione focalizzata, sia «cacciatori», capaci di «scansionare un territorio complesso alla ricerca di segni e indizi per capire dove le sue prede siano nascoste». «Per secoli, le istituzioni scolastiche sono state strutturate per creare "contadini"», osserva Jenkins. Oggi, invece, occorre dirigersi Verso un'intelligenza digitale sempre più matura e avvertita, per dirla con Antonio Battro e J. P.

Denham (Ledizioni), che offrono una ulteriore chiave di lettura delle nostre capacità di base, la cosiddetta «opzione click». Perché ci è così naturale premere pulsanti, o aprire e chiudere manopole o circuiti elettrici? Questa "abilità digitale" – di tipo pragmatico, che nulla ha a che vedere con la più astratta matematica binaria che fa funzionare i computer – getta le sue radici nella storia evolutiva dell'uomo, è una risposta ai problemi di sopravvivenza e riproduzione affrontati nel Pleistocene. È un'opzione sì/no che ci è familiarissima fin da quando veniamo allattati. Anche un bambino che non sa né leggere né scrivere può attivare un collegamento ipertestuale e muoversi all'interno degli ipertesti attraverso una semplice serie di click, esplorando ambiti conoscitivi e pratici per mezzo di decisioni elementari.

Ogni ulteriore intelligenza digitale parte da lì. Da una facoltà condivisa con primati e altri animali, da adulti e da bambini che si attaccheranno sempre più volentieri al mouse a scapito del ciucciotto. E che saranno pronti ad usarlo per aprire nuovi mondi, affrontare sfide e inediti problem solving, continuando a rimodellare il proprio cervello per i cent'anni che si aspettano di vivere. Ineffabili, inafferrabili per i nostalgici di inesistenti età dell'oro cognitive, o per i predicatori di imminenti apocalissi.

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