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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2011 alle ore 11:13.

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Andrea Zanzotto, Dirti "natura"
Che grande fu
poterti chiamare Natura –
ultima, ultime letture
in chiave di natura,
su ciò che fu detto natura
e di cui sparì il nome
natura che poté aver nome e nomi
che fu folla di nomi in un sol nome
che non era nome
Al labbro vieni mia ultima, sfinita goccia di
possibilità di
dirti natura –
non hai promesso né ingannato, perché
mai fu natura –
mai fu – ma vieni
gocciola o lacrima scaturisci
dal labbro-natura
tu pura impura
pertinenza dis-pertinenza
di nomenclatura
ardente e vana
spenta e sacramentana
tu sbagliata lettura
ora travolta in visura di loschi affari
fatta da bulbi oculari
incendiati
dal re di denari

da: Sovrimpressioni, Milano, Mondadori, 2001

Registrazione raccolta da Francesco Carbognin, ricercatore presso il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna

Andrea Zanzotto nasce il 10 ottobre 1921 a Pieve di Soligo (TV), dove vive e lavora. Aggiudicatosi, nel 1950, il premio per la poesia "S. Babila Inediti" (in giuria figuravano, tra gli altri, Ungaretti e Montale), dà alle stampe Dietro il paesaggio (1951), cui seguiranno le raccolte Elegia e altri versi (1954), Vocativo (1957), IX Ecloghe (1962) e La Beltà (1968), recensita dallo stesso Montale, che conferisce a Zanzotto un rilievo internazionale. All'attività di poeta Zanzotto accosta, dai primi anni '60, quella di traduttore (in particolare, di Michel Leiris di George Bataille e di Honoré De Balzac). Alternando la scrittura in versi con quella narrativa (Sull'Altopiano, 1964, e successive ristampe; Colloqui con Nino, 2006) e saggistica (parzialmente accolta nei due voll. Scritti sulla letteratura, 2001), pubblica la raccolta Pasque (1974) cui segue, nel 1978, Il Galateo in Bosco (prefazione di Gianfranco Contini), primo tempo della ‘trilogia' poetica comprensiva anche di Fosfeni (1984) e di Idioma (1986). Dopo l'uscita di Meteo (1996), tutte le sue poesie vengono ristampate nell'edizione dei "Meridiani" Mondadori (Le poesie e prose scelte, 1999). Seguiranno le raccolte Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009). Testimoniano l'interesse zanzottiano per le più diverse forme artistiche le cartelle d'autore allestite con artisti di rilevanza internazionale (da Vedova a Zancanaro, da Santomaso a Zigaina) e gli scritti sulla musica (Viaggio musicale, a cura di P. Cattelan, 2008) e sul cinema (Il cinema brucia e illumina, a cura di L. De Giusti, 2011). Oltre a quattro lauree honoris causa (Venezia, 1982; Trento, 1995; Torino, 2000; Bologna, 2004), a Andrea Zanzotto sono stati attribuiti diversi riconoscimenti internazionali, tra i quali, il Premio Viareggio (1978), premio Librex-Montale (1984), il Premio per la Poesia Europea della città di Münster (1993), il Premio Bagutta (1999), il Premio Hölderlin (Tubinga, 2005) e, da Los Angeles, The IIC Lifetime Achievement Award 2008. Documentano l'impegno civile di Zanzotto gli scritti di critica militante pubblicati in volumi-intervista (In questo progresso scorsoio. Conversazione con Marzio Breda, 2009) e in quotidiani nazionali; così come le numerose apparizioni radiofoniche e televisive e i videoritratti diretti da registi di fama internazionale (Carlo Mazzacurati, Nelo Risi). Biografia a cura di Francesco Carbognin

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