Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2011 alle ore 20:13.

My24

Non si offenderà Marco Patuano, il brillante amministratore delegato di Telecom, se oggi al write camp del Blog Fest ci saranno più partecipanti che al suo incontro sull'Italia digitale. Mafe de Baggis, una dei primi a occuparsi di Rete in Italia e organizzatrice dell'evento, ha già pronta la giustificazione per il principale sponsor del festival della blogosfera: «È lo spirito del Blog Fest: si viene per festeggiare insieme alla comunità online con cui ti confronti ogni giorno usando un account. Se proprio devi fare qualcosa oltre la convivialità, preferisci creare insieme agli altri piuttosto che ascoltare».

Così stamattina, sempre che i postumi della sbornia lo consentano, quelli che hanno esperienza diretta con la scrittura in rete si ritroveranno nel cortile della Rocca di Riva del Garda per discutere di narrazioni 2.0. Spiega Filippo Pretolani che, insieme a De Baggis ha inventato la Gallizio Editore, casa editrice rivolta alle narrazioni digitali: «il libro è in crisi ma le storie no».

Il problema non è l'e-book, «che è soltanto un formato», ma la testa degli editori. Pretolani racconta sulla terrazza della spiaggia degli Olivi che la strategia italiana è stata fino a oggi portare internet nelle vecchie forme dell'editoria: «i post di un blogger hanno successo? Trasformiamoli in un libro!». Niente di più sbagliato secondo il giovane innovatore che tra i suoi clienti ha anche la Mondadori. Pretolani è convinto che devono essere i publishers ad adattarsi ai nuovi contenuti della rete. «I primi editori oggi sono Facebook, Google e Twitter: hanno capito che per i lettori conta di più il flusso continuo che la qualità del singolo frammento». E se i giganti dell'editoria italiana sonnecchiano, la Gallizio editore sta sperimentando una piattaforma di mappe emotive – pleens.it – in cui la narrazione passerà per la geolocalizzazione: dimmi in che posto sei e ti dirò che storia ha.

Non c'è luogo migliore di Riva del Garda in una giornata estiva d'autunno per capire quanto stia cambiando la produzione culturale online. Tra i bloggers letterari candidati ai Macchia Nera Blog Awars – gli "Oscar" della Rete – ad essere popolare off-line è solo lo scrittore Paolo Nori. Il suo www.paolonori.it è l'ultimo baluardo dei blog «vecchia maniera», quelli in cui l'autore produce, scrive, mostra, aprendosi sì al contributo dei lettori (i titoli dei suoi libri nascono spesso dalla consultazione con i lettori) ma continuando a privilegiare una trasmissione unidirezionale dei contenuti. Quello che accadeva e accade ancora, con le pagine web di Nazione Indiana, del collettivo Wu-Ming, dello scrittore Giulio Mozzi, della giornalista Loredana Lipperini: blog pre-Facebook in cui nasceva e si alimentava il dibattito culturale. Oggi, sono i giovani di Barabba, di Finzioni Magazine, di Ciclofrenia, di Eiochemipensavo a «fare cultura online». E lo fanno senza nicchie, ideologie o certificati istituzionali di qualità.

A Riva del Garda con abbigliamento casual, iPad tra le mani e occhiali da sole, chiamandosi con l'account Twitter e non con il nome di battesimo, si confondono con i «grandi vecchi» della blogosfera: Massimo Mantellini e Marco Zamperini, parlano di infrastrutture Telecom come di Ivan Goncarov. I loro progetti editoriali sono piccoli esempi di sperimentazione culturale. «Il sito Barabba (http://barabba-log.blogspot.com), racconta Marco Manicardi mentre è in fila per uno spritz, pur avendo solo 200 visitatori al giorno, è stato tra i più votati». Succede perché Barabba produce soprattutto sui social network: «Ogni barabbista ha almeno 3 account – spiega – ed è su Twitter, Facebook e Friendsfeed che lanciamo le idee e quando capiamo cosa davvero interessa i lettori produciamo un e-book sul tema». È successo con Schegge di resistenza, un libro che raccoglie sessanta testi sulla Resistenza italiana, e che ha avuto un successo tale che per l'edizione 2011 arriverà il cartaceo.

Stessa sorte potrebbe toccare al Libretto Rosa di Finzioni: una guida «per diventare buoni lettori contemporanei» che, spiega il co-fondatore Jacopo Cirillo, sarà presto riscritta con il contributo arrivato dai social network. «Lavoriamo per lanciare discussioni in rete e quando arriva una buona idea spesso lanciamo un e-book». Alessandro Bonino, che con il suo eiochemipensavo.diludovico.it ha vinto il premio come miglior blog letterario 2011 (ed è una delle tastiere dietro il premiato sito di satira spinoza.it), spiega: «Prima i blogger costruivano insieme la discussione letteraria, oggi sono singoli broadcasting che diffondo la loro cultura». Certo, un problema di qualità si pone ma, spiega Bonino, «il lettore può sempre scegliere dove andare. Inoltre il solo fatto che un argomento di letteratura sia trendtopic su Twitter è una buona notizia per l'Italia». Come dargli torto.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi