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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2011 alle ore 11:02.

Il libro illustrato può diventare digitale?Il libro illustrato può diventare digitale?

La domanda posta il 9 ottobre sulla Domenica del Sole da Sandro Ferri intorno al ruolo dell'editore, in un'epoca che sembra avviarsi a essere dominata dagli ebook, è di grande attualità. Vorrei provare a estendere il ragionamento verso un settore che gode di scarsa attenzione nella editoria italiana, quello dei libri illustrati.

Se c'è un linguaggio che sembra privilegiato nella fruizione via Internet, e in tutte le modalità, è senz'altro quello delle immagini che in modo centrale, o a volte strumentale, costituisce comunque una sorta di ossatura di sostegno necessaria per qualunque trattazione digitale dei contenuti, soprattutto in una logica da mass market. La fotografia in particolare, come del resto la musica, accompagna e caratterizza ogni forma di comunicazione digitale che ambisca ad avere successo. Se a determinare l'apprezzamento di un sito internet, da parte del pubblico e degli inserzionisti pubblicitari, è il numero di clic, questo sarà sempre maggiore quando il contenuto fotografico appare ricco e di buona qualità. Lo sanno bene gli editori on line, e in particolare di quotidiani, anche se sembrano ancora orientati a privilegiare contenuti di curiosità e stranezza.

Ma per i libri la situazione è simile?
Il successo di un libro illustrato è fortemente legato alla qualità del prodotto, non solo per la scelta dei contenuti ma anche per la confezione, la ricercatezza della grafica e dell'oggetto libro, della carta e della qualità di stampa, caratteristiche indispensabili per una buona lettura delle immagini. E lo sappiamo bene in Italia, dove non solo abbiamo una tradizione di grande qualità di stampa, ma dove originano anche volumi stampati in coedizione, da vere "cordate" di editori internazionali coinvolti da un editore italiano che cercano, nell'ottimizzazione della stampa comune delle pagine illustrate, di ammortizzare gli alti costi di stampa assicurando un prezzo al pubblico più abbordabile.

Ma certo, il prezzo rimane sempre un fattore cruciale per il successo di volumi necessariamente cari. Per questo si sono affermate recentemente due tendenze, una verso la confezione di volumi di prezzo più contenuto e minor qualità di stampa che puntano a un consumo di massa, e una verso la realizzazione di edizioni cosiddette autoprodotte in cui un autore (fotografo, grafico o illustratore) sceglie la strada di comporre da sé edizioni limitate, quasi da "libro d'artista", da diffondere e stampare in poche copie, a un prezzo alto ma dirette a pochi intenditori. Tra queste due linee di comportamento (in un caso ci si rivolge a pochi lettori con un prodotto caratterizzato da edizioni limitate, costose e rivolte a un pubblico di happy fews, nell'altro i compromessi per mantenere il prezzo basso producono libri di qualità bassa ma rivolta a un pubblico molto vasto), l'avvento della editoria digitale apre in realtà nuovi e entusiasmanti scenari.

Non si tratta di riportare in versione digitale i libri tradizionalmente di carta, ma di pensare e realizzare nuovi prodotti che permettano una fruizione ampia, senza barriere di lingua (per definizione, una versione digitale di un'opera fotografica deve essere realizzata in varie lingue), di prezzo (consentendo anche alla ampia platea degli studenti l'accesso a opere che in passato erano precluse). La produzione di App per tablet come Ipad sulla fotografia è una nuova strada da percorrere, che permette un'evoluzione molto interessante: è possibile infatti offrire a un prezzo moderato, inferiore a quello di un romanzo anche nella sua versione economica, un'opera complessa e ricca di contenuti. Così, una monografia potrà essere arricchita dall'insieme delle immagini di un grande artista, dalla sua biografia illustrata, da alcune "lezioni" fatte ad hoc in cui si analizzano le opere nella loro composizione e costruzione, da saggi critici, mostre virtuali, selezioni interattive del lettore (che può costruire il suo percorso personale scegliendo le immagini che più lo appassionano), contributi video e multimediali in cui l'autore e gli analisti possono spiegare, esprimere il proprio punto di vista, accompagnare con elementi critici l'analisi visiva delle diverse componenti che caratterizzano l'opera.

In una recente discussione a Parigi con altri attori del processo editoriale internazionale, come Contrasto ho potuto notare come questo terreno - ancora quasi del tutto inesplorato - possa costituire una delle strade da percorrere per l'editoria illustrata. E si tratta di una strada che conferma la necessità e il ruolo dell'editore: chi se non l'editore è in grado di assemblare tutte le notizie e i contributi teorici da inserire in una struttura complessa come un app? Nello stesso tempo, l'offerta si indirizza verso un pubblico vasto e internazionale che può fruire dell'opera senza barriere linguistiche, a un prezzo accessibile anche ai più giovani. Ecco che con la nuova tecnologia, almeno in un campo come quello dell'editoria illustrata, l'editore è chiamato a una nuova sfida, affascinante e coinvolgente al tempo stesso e ha la possibilità di continuare a sviluppare il proprio ruolo in un mondo che cambia – forse - addirittura in meglio.


Roberto Koch è editore di Contrasto e presidente della Fondazione Forma per la Fotografia, Milano

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