Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2011 alle ore 15:21.

My24
Sentieri Selvaggi (© Sentieri Selvaggi)Sentieri Selvaggi (© Sentieri Selvaggi)

Nel sito di Sentieri Selvaggi si legge bene in vista che il gruppo – riunito 14 anni or sono da Carlo Boccadoro, Filippo Del Corno e Antonio Miotto – è formato da alcuni fra i migliori musicisti italiani, uniti dal progetto di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. I musicisti sono sei: Paola Fre, flauto e piccolo; Marco Ghirardini, clarinetto e clarinetto basso; Andrea Rebaudengo, pianoforte; Andrea Dulbecco, vibrafono e percussioni; Piercarlo Sacco, violino e Aya Shimura, violoncello.

Il direttore è Carlo Boccadoro, la loro residenza è al Teatro Elfo Puccini di Milano. Di quel progetto, dichiarato a caratteri cubitali, pare si siano dimenticati alcuni fra gli ascoltatori di professione che hanno assistito al recente concerto tenuto dal gruppo al Teatro Malibran di Venezia per la Biennale Musica 2011; oppure che non ne tengano conto, o non l'abbiano capito.

Ne parlo con Boccadoro, che però è d'accordo con me soltanto in parte. «Di certo, Sentieri Selvaggi non va alla ricerca sistematica di opere più o meno d'avanguardia che facciano rischiare un'ernia al cervello a chi ascolta e gli procurino nient'altro che sofferenza. Ma il punto non è questo. Noi abbiamo in repertorio e abbiamo eseguito più volte brani non facili di Karlheinz Stockhausen e di John Cage con i quali abbiamo ottenuto vivi consensi. E' importante come li proponi. Cioè bene e con onestà: ci aiutano molto in questo le prolusioni di Filippo Del Corno che sono di chiarezza esemplare. Naturalmente, occorre altrettanta onestà in chi ascolta, specie se ne deve scriverne: non sta bene, ad esempio, parlar male di un concerto che si è ascoltato soltanto in parte, lasciando la sala a metà».

I concetti dell'onestà, della buona fede e della "verità da comunicare" stanno molto a cuore a Boccadoro perché li ripete spesso. Non è questione di musica tonale o atonale, di linguaggi, di giovani o di meno giovani. Se hai qualcosa di genuino da dire, la verità arriva e viene percepita. Sentieri Selvaggi è anche contiguo al jazz, ed è logico. Nella biografia di Boccadoro (48 anni, nativo di Macerata) si legge che è compositore e diplomato in pianoforte, strumenti a percussione e tecnica dell'improvvisazione jazz studiata con Giorgio Gaslini; e nel sestetto c'è Andrea Dulbecco, vibrafonista di jazz e non solo, fra i più apprezzati a livello internazionale. Se appena si tocca l'argomento, Boccadoro si mostra ovviamente competente e aggiornato. Per lui la più bella Biennale Musica è stata quella del 2003, allestita con spirito "classic and jazz" dal pianista e compositore americano Uri Caine; cita Muhal Richard Abrams, l'Art Ensemble of Chicago, le direzioni improvvisate (conductions) di Butch Morris realizzate perfino con orchestre classiche, e mi fa sapere di aver ultimato un lavoro per quartetto jazz e orchestra sinfonica. Parla di Franco Donatoni e del suo Hot che assomiglia a certe composizioni-esecuzioni di Ornette Coleman, e annuncia il progetto di una serie di concerti di Sentieri Selvaggi dedicata a Donatoni.

Dal 2005 Sentieri Selvaggi organizza a Milano un proprio festival di grande rilievo che è un'autentica stagione di concerti di musica contemporanea, intitolata nel 2011 all'Europa. Boccadoro parla in anteprima del festival del 2012, dieci appuntamenti che avranno luogo al Teatro Elfo Puccini da febbraio/marzo fino a maggio/giugno, con le date esatte non ancora definite. E i vostri concerti, qua e là per il mondo? Boccadoro sorride: «Il prossimo è l'11 novembre a Roma presso l'Accademia di Santa Cecilia, e voglio citare anche il nostro ultimo cd, Zingiber per Cantaloupe Music. Non abbiamo mai tanti concerti, anche perché vogliamo andare dove siamo benvoluti, non dove siamo tollerati».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi