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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2011 alle ore 16:09.

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Stiamo facendo indigestione di programmi di cucina, ce ne sono per tutti i gusti, non sempre per buongustai, ma la novità della stagione è Masterchef. Va in onda su Cielo, il canale in chiaro di Sky, il mercoledì alle 21. Almeno non sembra un reality sull'addestramento delle forze speciali dell'esercito, come alcuni show cugini alla Hell's Kitchen. C'è comunque un di più di ansia e competizione che lascia l'amaro in bocca. In più, a differenza del padre di tutti i talent show italiani, cioè X Factor, qui purtroppo i giudici sono sempre concordi. Ma che gusto c'è se gli arbitri non litigano?

Eppure resiste il clima di gioco, la musica è scelta bene, le lacrime del concorrente sconfitto che teme di aver deluso la figlia sembrano sincere. Però perché anche la cucina deve vivere di stress? Meno male che Bruno c'è. La Mara Maionchi dell'arte culinaria, nel senso della simpatia e della passione sanguigna per quello che fa, è Bruno Barbieri. «Ottimo, la prossima domenica li vieni fare a casa mia», e si tratta di pasta in casa ripiena. «Questo piatto ha stile», e si parla di verdure. «Attraverso un piatto voglio raccontare quello che sono io», e sceglie il Naviglio della Martesana – un genio, oltre che un grande chef - per l'inizio della sua piccola videobiografia, pur essendo emiliano doc. Barbieri si definisce un «provocatore culinario», in realtà è un tipaccio nato per la tv. «Mia nonna era la perpetua di un prete, fin da bambino la aiutavo a cucinare». Ora, con Carlo Cracco e Joe Bastianich, è giudice di Masterchef, ma non ce la fa a essere cattivo. Non direbbe mai «questo piatto è stupido», al limite «secondo me tu vuoi complicarti sempre la vita». Filosofia speziata. Non c'è il conduttore, il metronomo è lui. C'è un sergente dell'Aeronautica in gara e c'è un Alessandro scelto come capro espiatorio, l'antipatico. Ma il protagonista è lui, B.B., perché mangia e assaggia con voglia e dice:
«E' con il rischio che si vince». Peccato solo quello sprezzante giudizio storico: «Il mare e monti non mi è mai piaciuto, è un'idea anni 80».

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