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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2011 alle ore 19:34.

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Il "cubo" di Aldo RossiIl "cubo" di Aldo Rossi

MILANO - A Milano l'arte dà scandalo? «Vuol dire che questa è una città che reagisce. E io non credo che le reazioni dei cittadini vadano lette in senso negativo, anzi». Così la pensa l'assessore alla Cultura Stefano Boeri: e sulle opere d'arte che più scatenano la vis polemica dei milanesi ha scelto di sondare il sentiment popolare.

Ma non sarà che a Milano l'arte è diventata scomoda?
Ma no, il discorso è un altro. L'arte vera è un dispositivo sempre attivo: è come una vibrazione del sistema nervoso che cambia la percezione stessa di un luogo. Pensi solo ad Ago, Filo e Nodo. Quell'opera può piacere o non piacere, ma una cosa è certa. Da quando è stata messa lì, ha dato un senso a quello svincolo, tanto che quella è diventata "la piazza dell'Ago e filo".

E il dito di Cattelan?
Anch'esso ha svolto la stessa funzione in piazza Mezzanotte. Quel luogo aveva già una sua purezza, ma il dito le ha fatto acquisire una nuova personalità. Questo non succede sempre. In alcuni casi, infatti, l'arte diventa solo un ornamento, perdendo la sua funzione dirompente.
Parliamo dei sondaggi. C'è chi, come Philippe Daverio, li definisce «demagogici».
Io non voglio promuovere dei referendum sulle opere, ma intendo farmi un'opinione larga. Non mi sottraggo affatto alla responsabilità di decidere, ma voglio aver ben chiaro lo spettro delle reazioni. E poi questo serve molto a me, per comunicare sulle opere. Ad esempio il dibattito sul Quarto Stato ha fatto conoscere meglio il quadro.

E ora c'è un verdetto definitivo sulla sua dimora?
Ho espresso un parere al comitato scientifico affinché il quadro venga spostato dal Museo del '900 a Palazzo Reale; il sindaco invece la vorrebbe a Palazzo Marino e c'è chi preferirebbe spostarla alla Gam.

E il monumento a Pertini?
Trovo che abbia una sua bellezza, però non si è ambientato nello spazio circostante come è accaduto per altri monumenti. Ecco perché, mentre non penserei mai di spostare l'Ago e filo, né il dito di Cattelan, non posso dire lo stesso per il «cubo» di Aldo Rossi.

(Il Sole 24 Ore Lombardia - Inchiesta pagina 14-15)

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