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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 08:17.
Cosa meno logica di quanto si possa sulle prime pensare, del jazz italiano è molto ascoltata la musica (peraltro di qualità), ma poco i suoi artefici, i quali pure avrebbero da esprimere ricordi, opinioni, anche rampogne. In Francia, in Germania, per non dire dell'editoria anglosassone, non è così. Ma, sorpresa, ecco tanti nostri jazzisti liberi di esprimersi in Una preghiera tra due bicchieri di gin, un bel libro messo insieme, infrangendo questa sorta di embargo, da Nicola Gaeta.
In una trentina di recenti interviste l'autore, un medico di Bari che per il jazz ha un amore cementato da conoscenza, dà voce a Cerri, Gaslini, Rava, D'Andrea, Giovanni Tommaso, Salis, Romano, Pieranunzi, Fresu, Gatto, Stilo, Bollani, Di Battista, Rea, Ottaviano, Di Castri, Cisi, Petrella, Bearzatti, Bosso, Di Modugno, Falzone, Giuliani, Partipilo, Morgera, Lenoci, Signorile, Di Bonaventura e Nicola Conte. E anche a tre produttori discografici, protagonisti anch'essi: Veschi, Valente, soprattutto il grande Giovanni Bonandrini (che, apertis verbis, non si mostra molto soddisfatto della sorte delle sue gloriose etichette dopo la cessione).
Non sono incontri fugaci: alcuni stanno sulle quindici pagine, tipo quelli con Gaslini, Rava, D'Andrea; addirittura venti per Fresu. Su questi quattro già esistono libri, ma anche gli altri ospiti, pur non essendo dei guru come loro, denotano tutti confortante saggezza nell'esporre realtà tecniche e umane di una carriera aperta ai sogni ma mai facile. Basti la prova dell'inevitabile quiz "cos'è il jazz?" (per la cronaca, la celebre risposta che dà il titolo al libro, dove è Gaslini a rammentarla, è di Duke Ellington). Tra le virtù di Gaeta non c'è soltanto la pazienza con cui ha raccolto il ghiotto materiale: evidenti anche le sue doti di scrittore, espresse nei gustosi interventi romanzati e nelle frasi estratte dalla letteratura jazzistica, gli uni e le altre anteposti a ogni colloquio. Forse soltanto nell'indicazione dei due o tre dischi più significativi di ciascuno dei partecipanti al convivio avrebbe potuto fare di più, ma lì, si sa, c'entra il libero arbitrio.
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Nicola Gaeta, Una preghiera tra due bicchieri di gin, CaratteriMobili, Bari
pagg. 416, € 20,00