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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2011 alle ore 12:48.

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«Cosa berrebbe con il dessert una settantenne scozzese di estrazione operaia? Non sherry, vero?». Così twittava un paio di anni fa la giornalista e scrittrice inglese India Knight, impegnata nella stesura del suo romanzo Comfort and joy. Mentre arrivavano decine di risposte dai suoi follower in kilt, l'autrice ne ripeteva e commentava i suggerimenti innescando un divertente dibattito sulle abitudini di certe suocere del nord del Regno.

Pochi mesi dopo la sua vicina di rubrica sulle pagine del Times Caitlin Moran stava scrivendo una sorta di autobiografia/saggio sul femminismo che avrebbe poi intitolato How to be a woman. «Quando eravate bambine come vi facevano chiamare i vostri genitali?» e «Avete subito molestie sessuali sul lavoro?» le tipiche domande che lanciava ai suoi 140mila seguaci per poter confrontarle con la sua esperienza personale; «Mia madre me la faceva chiamare "il mio problema"», «Un collega tiene un campanello sulla scrivania che suona quando gli passa davanti una ragazza formosa» le tipiche risposte che la Moran ritwittava subito chiosandole con il suo solito acume.

Sia il romanzo (ed. Fig Tree, pagg. 240, £ 14,99) che il saggio (Ebury Press, pagg. 320, £ 11,99) sono andati a ruba fin dal debutto e in patria sono stati tra i maggiori successi editoriali dell'anno.
Indubbiamente tra gli acquirenti della prima ora molti ne avevano seguito la genesi in puntate di 140 caratteri l'una: forse volevano controllare se le loro perle di saggezza erano state accolte dalle due autrici; se avevano indovinato le atmosfere, i twist della trama, le tesi che sembravano emergere dai loro tweet in fase di scrittura – un po' come si va a controllare la soluzione di un rebus, svelata una settimana dopo la sua pubblicazione.

Si saranno così accorti che certe anticipazioni, in letteratura come al cinema, nuocciono al coinvolgimento e all'intrattenimento, scoprendo inoltre quanto sottrae alla magia del racconto leggere che la protagonista di Comfort and joy si concede un drink al Connaught durante lo shopping natalizio e sapere quale preciso episodio della vita privata di India Knight (twittato in tempo reale) le abbia suggerito la stessa situazione. Perché quel momento in cui si dice "A-ha! Riconosco questo brano: Caitlin lo scriveva in cucina durante un attacco di cistite" dà un frisson passeggero e inutile: ci si sente partecipi prima, ma traditi dalla diegesi inevitabilmente compromessa subito dopo. Sedotti e abbandonati, insomma.

Dovremmo allora riacquistare la nostra dignità di lettori e individui autonomi: possiamo voltare pagina, saltare dieci righe (o tweet) in qualsiasi momento, chiudere gli occhi quando ci rendiamo conto che rischiamo di essere adescati. Possiamo scegliere. Ce lo ricorda Amos Oz in Una storia di amore e di tenebra, quando definisce il cattivo lettore colui che insiste a voler conoscere i dettagli del reale che avrebbero ispirato la finzione («chi è contro chi, chi ha scopato con chi per davvero», per usare le sue parole dirette), e il buon lettore colui che mentre legge preferisce ricavarsi «non quel terreno che sta tra lo scritto e il suo autore, bensì tra lo scritto e noi stessi». Per l'autore israeliano invece di chiederci se Dostoevskij abbia mai ucciso una vecchietta, dovremmo «sentire il terrore e la disperazione e la meschinità bruciante frammista a un'arroganza napoleonica» di Raskolnikov.

Ora, è bello fare comunità: arricchisce la nostra vita, ci insegna molto, tanto che sarebbe oramai impossibile e ottuso rinunciare alle opportunità di crescita intellettuale che ci offrono i social network. Ma non cediamo alle sirene del quizzettone e dell'aiutino all'autore. Ignoriamo almeno temporaneamente l'artista all'opera! Se Ian McEwan avesse reso partecipi i fan delle sue intenzioni meta-narrative mentre scriveva Espiazione avrebbe defraudato il mondo di una delle più pregnanti riflessioni sul potere del racconto.
Esistono anche i cattivi scrittori: quelli che danno, per usare una terminologia cara a Twitter, TMI. Too much information.

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