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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 21:34.

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Dal Milù di Tin Tin al Ramsy di Elliot, è un festival di Roma… "zoofiloDal Milù di Tin Tin al Ramsy di Elliot, è un festival di Roma… "zoofilo

Entrambi erano aspettati al varco, non solo del red carpet. Spielberg ed Elliot fanno centro con i loro Le avventure di Tin Tin (già nelle sale italiane) e il grottesco A few best men, piccola perla del genere demenzial-matrimoniale. Una pecora australiana- o un ariete- sul tappeto rosso per il cineasta di Priscilla regina del deserto, una grande scritta gialla per Tin Tin, alla presenza del protagonista Jamie Bell, ex Billy Elliot che ora è divenuto, grazie al motion capture, il brillante e fortunato giornalista-investigatore figlio della penna geniale del belga Hergé. Il tutto unito, ovviamente, alle bandiere inglesi fatte di cavoli e mele che celebrano il focus sul cinema britannico e che ormai sono parte integrante della scenografia glamour del tappeto rosso.

In questa cornice, come già dicevamo, fanno centro i due autori con film completamente diversi. Eccellente quello di Steven Spielberg prodotto da Peter Jackson- la supercoppia, alternandosi nei ruoli, porterà a termine una trilogia- in cui rivive un personaggio in Italia sottovalutato. Il rossiccio detective Tin Tin, reporter con la faccia da bambino, infatti, ha avuto fortuna soprattutto in Belgio e Francia e, in generale, nei territori francofoni, non sfondando mai, se non come fenomeno di nicchia, altrove.

Spielberg, con uno straordinario amore per il fumetto originale e la grande cura con cui mette al servizio dell'eroe dallo spolverino troppo lungo le complesse tecniche del motion capture e del 3D di questo personaggio, ci regala un gioiello. E l'unico dubbio che sopraggiunge, alla fine dell'opera, è che commercialmente sembra fatto per i 14enni degli anni '80, tra cui di sicuro avrebbe spopolato. Il rischio, insomma, è che sia un cult fuori tempo massimo, questo piccolo Indiana Jones- un'autocitazione non fastidiosa- troppo intelligente per la sua età. Il ragazzino ha con sé l'inseparabile Milù, cagnolino bianco e geniale che gli vale quasi tutte le sue intuizioni più brillanti, così, come il temibile suocero-senatore australiano del protagonista di A few best men ha come portafortuna la capra-ariete Ramsy. Un festival di Roma "zoofilo", insomma. E se Milù è un classico- anche se nella versione originale in inglese (i puristi soffriranno) diventa Snowy, Ramsy passerà alla storia come uno degli animali più maltrattati della storia del cinema. Viene travestito da donna, choccato con un colpo di pallottola che lo fa svenire, mangia degli stupefacenti e, dulcis in fundo, è oggetto di ispezioni fisiche che nessuno di noi vorrebbe anche solo immaginare. Anche se, ad occhio e croce, sembrava ben più terrorizzato dal red carpet che lo ha visto intimidito da flash e urla. Elliot torna dopo qualche anno con una commedia grottesca sull'amicizia, quattro moschettieri demenziali alla volta di un matrimonio che s'ha da fare nonostante le loro goffaggini e la tendenza che hanno a creare guai, per poi sguazzarci. A metà tra Funeral Party e Una notte da leoni, il matrimonio più pazzo del mondo ha fatto ridere, e parecchio, pubblico e critica. E anche al secondo giorno- contando anche l'ottimo inizio di Extra con Turn me on e Dragonslayer- la rassegna capitolina regala qualche soddisfazione.

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