Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2011 alle ore 15:22.

My24
Scena del film "Il grande cuore delle donne" che il regista PupiAvati porta al Festival di Roma (Ansa)Scena del film "Il grande cuore delle donne" che il regista PupiAvati porta al Festival di Roma (Ansa)

E' una piacevole sorpresa "Il cuore grande delle ragazze", il film con cui Pupi Avati entra oggi in concorso al Festival internazionale del film di Roma. I temi e gli ambienti sono quelli cari al regista: la campagna bolognese (anche se in realtà è stata ricreata nelle Marche), le famiglie contadine, un matrimonio che non s'ha da fare.

Tutti terreni già esplorati da Avati con mano più o meno felice, e in questo caso la mano è particolarmente leggera, regalando un tocco di grazia e un colpo d'ala alla storia di un figlio di mezzadri emiliani rozzo e sciupafemmine interpretato dal cantautore Cesare Cremonini (ex leader del complesso Lunapòp), che si innamora di una ragazza romana rozza e bellissima (Micaela Ramazzotti), figlia di ricchi proprietari terrieri.

Ciò che funziona ne "Il cuore grande delle ragazze" è innanzitutto la misura con cui Avati, che non ha potuto presentare personalmente il suo film alla stampa perché ancora convalescente dal malore ("una congestione, non un infarto come quello che ha avuto nell'87", ha detto il fratello produttore Antonio) che l'ha colto due giorni fa, racconta la sua storia: durata breve, montaggio veloce, dialoghi essenziali e credibili, tempi comici e drammatici efficaci, nonostante alcune implausibilità della trama accettabili perché inserite nel contesto di una favola colorata di nostalgia. Anche il gioco degli accenti, che contrappone il romanesco greve al padano rurale, segue più gli stilemi della commedia dell'arte che il marketing da farsa vanziniana.

Diversamente da alcune bucce di banana del passato, ne "Il cuore grande delle ragazze" Avati non eccede col sentimentalismo o col melodramma, mantenendo anzi un registro lievemente surreale che funziona soprattutto perché ben servito dagli attori, l'altra freccia all'arco del regista: Micaela Ramazzotti è una credibile bella di paese, ruspante e tenera in egual misura; Gianni Cavina e Andrea Roncato nella parte dei riluttanti consuoceri caratterizzano fortemente i loro personaggi senza eccessi macchiettistici o sfumature televisive; il resto del cast (nasi rifatti e lifting a parte…) serve bene il tono corale della commedia.

Anche la vera incognita del film dal punto di vista del casting, e cioè Cesare Cremonini, sfoggia una faccia locale credibile e un'autentica postura contadina, e pur nel minimalismo di un'interpretazione che cerca la naturalezza più che il favore del pubblico, riesce a trasmettere quella dolcezza un po' sfacciata che ha fatto la fortuna del cantante e che è perfetta per il suo personaggio. Del resto bisogna riconoscere che Pupi Avati ha una vocazione a sdoganare personaggi che appartengono ad altri mondi, benché con alterni risultati: esempi recenti (al pubblico il compito di fare la lista dei buoni e dei cattivi) sono Christian De Sica, Neri Marcoré e Katia Ricciarelli.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi