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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 18:43.

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In successione cronologica le date, i programmi e i protagonisti della stagione della Filarmonica della Scala - Vota il tuo direttore

3 novembre
Il concerto di apertura della stagione del trentennale, tenutosi giovedì scorso, è un inno all'orchestra: in programma tre autori, Verdi, Debussy, Strauss, che in comune non hanno nulla, se non l'inventiva abilità strumentale. Per dispiegarla Barenboim ha scelto la Sinfonia dai "Vespri siciliani", "La mer" e "Till Eulenspiegel". Al soprano Anna Prohaska sono affidate "Le jet d'eau" e tre Ballate su versi di "Villon" di Debussy. È il primo concerto di Barenboim dopo la nomina a direttore musicale della Scala.

9 gennaio
E' dedicato a Carlo Maria Giulini l'impaginato diretto da Daniel Harding, imperniato su un dittico classico, coi pannelli a confronto del Concerto per violino di Beethoven (solista il solido Frank Peter Zimmermann, che suona uno Stradivari) e la Sinfonia n.9, "Dal nuovo mondo", di Dvorak. Interessante verificare il processo di maturazione tecnica e interpretativa del Maestro di Oxford: già enfant terrible, irruente e istintivo, oggi è musicista più consapevole, profondo, anche tormentato.

23 gennaio
Per la prima parte della serata, Valery Gergiev, direttore nato a Mosca, cresciuto nell'Ossezia, ha scelto due pagine che guardano alle sue radici, col vivace colorismo del "Capriccio spagnolo" di Rimski-Korsakov seguito dal Secondo Concerto per violino e orchestra di Prokofiev (solista Vadim Repin), anch'esso nel finale profumato di tinte iberiche. Nella seconda parte invece si torna a un caposaldo del repertorio francese, con la "Fantastica" di Berlioz.

26 gennaio
Dopo il concerto di apertura che anticipava gli omaggi ai 150 anni dalla nascita di Debussy (1862), Barenboim ritorna alla Francia, con un ritratto dedicato al pendant Ravel. Il confronto evidenzia gli approdi lontani dei due compositori, formatisi nel medesimo clima culturale parigino. La Spagna reinventata da Ravel nella "Rapsodie espagnole" o nella "Pavane" si misura con la Spagna autentica, ma influenzata dai modelli francesi, delle "Noches en los jardines de España" di Manuel De Falla. Qui Barenboim siede anche al pianoforte.

6 febbraio
E' guerra tra biondi e belli in questa serata, perché come se non bastasse la presenza carismatica sul podio del finlandese Esa-Pekka Salonen, con Musorgskij e la "Sagra" di Stravinskij, gli si appaia la giovane violinista canadese Leila Josefowicz. Fanciulla prodigio, a 13 anni già allieva del Curtis di Filadelfia, è la musa del violino contemporaneo. Qui interpreta il Concerto di Salonen, di cui è stata paladina dal debutto della composizione, nel 2009, a Los Angeles.

1 aprile
Ritorna per la seconda volta alla guida della Filarmonica Christoph Eschenbach. Il musicista tedesco, nato a Breslau, nel 1940, dopo aver attraversato metà della propria parabola artistica come pianista di prima sfera, guidato anche da Karajan, ha deposto lo strumento per la bacchetta, imponendosi in America e in Europa. Oggi è alla testa della National Symphony di New York. A Milano porta un solenne dittico sinfonico: "Jupiter" di Mozart e Prima di Brahms.

21 aprile
Col Concerto di Gershwin hanno conquistato il mercato del disco, entrando nelle classifiche dei grandi numeri del pop e imponendosi – spiritosi e istrioni - come nuova coppia della musica. Risentirli dal vivo, Riccardo Chailly che dirige giocando col pianoforte duttilissimo di Stefano Bollani, sarà una piacevole riscoperta. Tutta la serata ruota intorno a Gershwin, con "An American in Paris" e "Catfish Row", la rutilante Suite dall'opera "Porgy and Bess".

7 maggio
Atteso debutto con la Filarmonica del ragazzo di Verona, classe 1987, che nel giro di un paio di stagioni si è affermato con sorprendente personalità musicale, forte di una tecnica di braccio veloce, sicura, piena di energia. Andrea Battistoni si è scelto un impaginato dove lavorare a piena orchestra, col tutto Rachmaninoff delle "Variazioni Paganini" (col pianoforte virtuoso di Alexander Romanovsky) e della Seconda Sinfonia. In apertura un brano nuovo di Matteo Franceschini, compositore di Trento, anche lui al debutto.

13 maggio
Monografia mozartiana per sir Colin Davis, direttore inglese (1927), storica guida delle più importanti compagini inglesi e direttore onorario della blasonata Kapelle di Dresda. Il connubio si festeggia alla Scala, col gradito ritorno della compagine sassone, che propone la Serenata K239, il Concerto n.4 K218, per violino, e la celebre Sinfonia n.40, in sol minore. Il solista Nikolaj Znaider suonerà – come Repin e la Josefowicz – su un Guarneri.

21 maggio
Anche per Rafal Blechacz (1985) è un debutto alla Scala il concerto con la Filarmonica. Polacco, a vent'anni ha fatto strage di premi all'ultima edizione del Concorso Chopin di Varsavia. Per tocco e colore è stato subito paragonato a Zimerman. Qui si misurerà con la poesia del Quarto Concerto di Beethoven: da non perdere. Sul podio l'ormai americano Fabio Luisi, che offre a contorno autori italiani: la Venezia di Gabrieli trascritto da Ambrosini, "Paganiniana" (Luisi è genovese) di Casella e "Feste romane" di Respighi.

30 settembre
Novecento e contemporaneo per l'appuntamento finale della Filarmonica: il compositore e direttore d'orchestra ungherese Peter Eötvös (1944), figura tra le più autorevoli della musica oggi, già successore di Boulez alla guida dell'Ensemble Intercontemporain, ha scelto un programma raffinato ed eccitante: Ives, "The Unanswered Question", Varèse, "Amériques", e Bartok, col Concerto n.2 per pianoforte (solista Aimard). In mezzo una sua composizione "Zero Points", scritta per il Duemila.

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