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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 19:21.

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Freddie Mercury (Olycom)Freddie Mercury (Olycom)

Quali sono i fattori che trasformano una rock-star in un'icona indistruttibile dell'immaginario collettivo postmoderno? Una buona dose di talento, originalità in studio, carisma sul palco, eccessi nella vita privata. Le doti tecniche, nel canto e/o nel proprio strumento di competenza, se ci sono non guastano. In più occorre andarsene presto in circostanze tragiche e/o misteriose, «bruciare in fretta» come dall'alto dei suoi 66 anni continua a cantare beffardo Neil Young a proposito della sempre più nutrita schiera di colleghi persi per strada.

Il 24 novembre del '91 - esattamente vent'anni fa - se n'è andato con tutti i «requisiti» mister Farrokh Bulsara, meglio noto come Freddie Mercury, l'istrionico leader dei britannici Queen, punto di riferimento imperituro della cultura glam. In più, nel suo caso, le doti tecniche apparivano a dir poco superlative e le cause del decesso tragiche come non lo era nient'altro all'inizio degli anni Novanta: Aids. Comprensibile che in questi giorni, da una parte all'altra del pianeta, si concentri attorno alla sua memoria quella «corsa alle celebrazioni» che tocca solo ai più grandi.

La «Regina» non muore mai. Proprio in questi giorni a Belfast Brian May, John Deacon e Steven Taylor, ossia i Queen superstiti, in occasione della consegna degli European Music Awards di Mtv, sono stati insigniti di un premio speciale alla carriera dal doppio valore: celebrazione del quarantesimo anniversario della fondazione della band e ventennale della morte di Ready Freddie. Per restare in tema di serate di gala, un altro tributo è arrivato dagli Asian Awards musicali, tanto per ricordarci che il front leader dei Queen era originario di Zanzibar, a galla tra Oriente e Occidente del Sud del mondo. Sempre May ha di recente annunciato che ciò che rimane del gruppo è al lavoro su un nuovo album che conterrà dei demo inediti di Mercury: chitarrista e batterista starebbero già selezionando alcune tracce tra le tante inedite registrate dal cantante prima del decesso, per un'uscita che sa un po' dell'imbalsamato «Made in Heaven» che fu pubblicato nel ‘95. In più ci sarebbe l'intenzione di realizzare un musical sequel del fortunato «We will rock you» che è arrivato anche nei teatri italiani.

Una biografia «revisionista». Intanto, nei Paesi di lingua inglese arriva la nuova versione della monumentale biografia definitiva di Lesley-Ann Jones che non manca di svelare particolari poco noti dell'infanzia di Freddie. Uno su tutti: da giovanissimo comprò una chitarra a buon mercato nella speranza di riuscire a emulare il suo idolo… Jimi Hendrix! Velleità presto abbandonata, da buon pianista e virtuoso del canto quale si sarebbe rivelato.

I conti in tasca al mito. Quando uno è morto da vent'anni e c'è chi va a rovistare con tutto questo scrupolo in particolari tutt'altro che decisivi della sua, allora significa che questo qualcuno ha veramente segnato i tempi. Se poi siete meno sentimentali e preferite ragionare in termini numerici, sappiate che secondo le stime del «Times», il vecchio Freddie ha messo su tra proventi da diritti d'autore e merchandising un patrimonio da 50 milioni di sterline, di cui 30 a seguito della sua scomparsa. E che, a livello complessivo, i Queen hanno venduto 300 milioni di dischi, per 18 album e altrettanti singoli che hanno raggiunto la testa delle relative top ten, più 10 Dvd al primo posto. Con numeri del genere non si muore mai: ha ancora senso chiedersi «Who wants to live forever»?

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