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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2011 alle ore 18:02.

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E' appena uscita per Einaudi la traduzione italiana della «Nuova storia del lazz» del critico musicale inglese Alyn Shipton (pagg. 1150, € 50). Gli esperti ricordano - chi più, chi meno - la pubblicazione originale che risale al 2007 e che fu eletta in Inghilterra libro dell'anno dalla Jazz Journalist Association. I giovani sono invitati a risparmiare per acquistare l'edizione einaudiana, perché serve soprattutto a loro.

Mi spiego, e spiego i motivi di questa segnalazione immediata. Il volumone rilegato ed elegante non è "una" storia del jazz, ma è "la" storia del jazz per molte ragioni. E' aggiornata, esaustiva e non ha la visione americanocentrica, da lungo tempo irritante e sbagliata, tipica degli scrittori americani che considerano ancora il jazz "cosa nostra" - caso mai era dei neri d'America - mentre oggi appartiene a tutto il mondo.

Il curatore Martorella
Inoltre il libro Einaudi vanta pregevoli traduttori e soprattutto un curatore eccellente come Vincenzo Martorella che l'ha corredata di tante cose importanti, fra le quali una storia all'incontrario di un secolo di jazz italiano intitolata «Il Saltarello del Cannibale» scritta da lui, un Glossario e tante immagini bellissime in bianco e nero di repertorio e d'autore. Spiccano molte fotografie favolose scattate da Roberto Polillo che si presenta con il ritratto in sovracopertina di un ispirato Eric Dolphy al sax alto.

Naturalmente, mentre scrivo non ho ancora ultimato la lettura del libro in italiano, ma l'ho subito sfogliato a fondo con l'occhio attento del cultore di jazz (di lungo corso, per quanto mi riguarda) cominciando poi a divorarlo come si deve e come merita. Fatelo anche voi.

I nuovi cd di jazz italiano
Nei negozi dischi sono arrivati nuovi cd notevoli di jazz italiano. Il trombettista Enrico Rava licenzia per Ecm "Tribe", realizzato con il suo omonimo quintetto di giovani nel quale il trombonista Gianluca Petrella e il pianista Giovanni Guidi hanno ormai conseguito consensi internazionali. Rava ha perfino trovato il tempo per scrivere un'autobiografia (Incontri con musicisti straordinari, Feltrinelli) nella quale, a 72 anni, dichiara a pag.252, l'ultima: «Non so quanto futuro mi sia concesso, ma di sicuro ho un presente appassionante. Il mio quintetto Tribe è quanto di meglio io possa desiderare. Inoltre dirigo un ottetto di giovani che è il gruppo stabile del Parco della Musica di Roma. Continuo a divertirmi in duo con il pianista Stefano Bollani e ogni tanto lo tradisco con altri grandi pianisti come Dado Moroni e Danilo Rea». Auguri!

Gaetano Liguori
Magnifico è "Noi credevamo (e crediamo ancora)" per Phonoplast del pianista Gaetano Liguori con il suo Idea Trio completato da Roberto Del Piano basso elettrico e Filippo Monico batteria. Il titolo è giustificato dalle due parti del disco, una incisa nel maggio 1972 e l'altra nel gennaio 2011. I musicisti sono gli stessi e uguali sono la passione e il vigore espressivo, pur nelle diversità formali determinate dal lungo tempo trascorso, quasi quarant'anni. Non sono frequenti esempi analoghi di amore per la musica e per le idee che la ispirano. Le composizioni-esecuzioni sono tredici, tutte di Gaetano Liguori.

Ecco infine "Iguazù", per Note Sonanti, del duo di Javier Girotto (ance) e Luciano Biondini (fisarmonica), trionfatori nei jazzfestival italiani dell'estate scorsa. Ero fra il pubblico di uno dei loro concerti di bellezza assoluta che si rinnova in questo disco, e quindi mi sia concessa una parziale autocitazione. «L'ambiente del jazz italiano» ho scritto dalla Sardegna «ha acquistato finalmente coscienza di quale regalo abbia avuto dall'arrivo nel nostro Paese, vent'anni fa, di uno straordinario solista argentino qual è Girotto. Nella Basilica di San Simplicio di Olbia, Girotto e Biondini hanno gareggiato in perfezione formale ed espressiva variando due temi, Aires Tango di Girotto e Prendere o Lasciare di Biondini, e lanciandosi l'uno e l'altro in improvvisazioni totali». Qui i due temi ci sono, e ce ne sono altri dodici per dare agli ascoltatori ulteriori emozioni.

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