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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2011 alle ore 16:21.

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Compleanno con libro per Alan MooreCompleanno con libro per Alan Moore

Cosa hanno in comune l'attore britannico Hugo Weaving, i pericolosissimi hacker del gruppo Anonymous e gli indignados che affollano le piazze di mezza Europa? Una maschera bianca, baffuta e ghignante: quella che raffigura Guy Fawkes, il cospiratore che nel 1605 provò a far saltare in aria il parlamento di Londra. La stessa maschera che il primo ha indossato nel film «V per Vendetta», i secondi utilizzano come simbolo e i terzi fanno sfilare dietro gli striscioni.

Una maschera che significa rivolta contro le storture della società, dietro la quale alberga il proposito di proteggere la propria identità dalle grandi concentrazioni di potere e attraverso la quale il mondo appare diverso, forse meno «compromesso». Tutto merito di un signore nativo di Northampton, Inghilterra, capelli lunghi e barba folta da un druido o cantante heavy metal, cieco a un occhio e sordo a un orecchio: mister Alan Moore, forse il più grande sceneggiatore di fumetti di tutti i tempi, di sicuro il più influente tra i viventi. Che oggi compie la bellezza di 58 anni.

Dietro la maschera. Se già siete fan di «V per Vendetta» e conoscete a memoria le identità segrete di tutte e due le generazioni di «Watchmen», non c'è modo migliore per festeggiare la ricorrenze che acquistare «Le straordinarie opere di Alan Moore», il maxi-volume a cura del fumettologo britannico George Khoury che Black Velvet ha appena pubblicato in Italia. Ben 279 pagine che ripercorrono la carriera di Moore attraverso interviste-fiume rilasciate a riviste specializzate inglesi e americane, suoi bozzetti per magazine underground e tante strisce, edite e inedite nel nostro Paese.

Il fantasma di Fawkes. Se non fosse un grande dei comics, Moore sarebbe un incredibile personaggio da romanzo: trascorre l'infanzia a leggere romanzi e fumetti, poi si iscrive al liceo e si fa sorprendere a spacciare Lsd ai compagni (a soli 17 anni!). Lo radiano da tutte le scuole del Regno Unito, lui si dà ai lavori improbabili: portiere, addetto alle pulizie, magazziniere, persino tosatore di pecore. Ma vuole scrivere: accetta i primi incarichi non retribuiti come pubblicitario e fumettista, è svitato, bravo e si fa notare. Il primo successo (tra l'82 e l'85) è proprio legato al fantasma di Fawkes: «V for Vendetta», storia di un terrorista mascherato che, in un'Inghilterra futuribile, dichiara guerra alla dittatura mediatica imperante. I più magari conosceranno la recente versione cinematografica, da cui Moore ha preso subito le distanze.

I «Controllori», poi l'inferno. «Chi controlla i controllori?» Se lo chiedeva Giovenale nella Roma antica: Moore ne fa l'interrogativo retorico che sta dietro a «Watchmen» ('86-'87), amara meditazione sulle fin troppo evidenti contraddizioni di un mondo che ha bisogno di essere salvato. I supereroi stavolta sono o troppo potenti e distaccati, o mediocri e meschini. In entrambi i casi, loro ci guardano ma faremmo meglio noi a guardarci da loro. Pure quest'opera è stata portata sul grande schermo con esiti che hanno fatto puntualmente infuriare il Nostro. Siete un po' disorientati? Non badateci, il vecchio Alan è fatto così: adora rovesciare le nostre poche certezze, sia che si tratti di evocare mostri dall'inferno («From Hell») sia che si tratti di mettere in fila «La lega degli straordinari gentlemen». Quando non scrive, canta e suona (o meglio: recita i suoi testi su basi di musica elettronica). E poi, da appassionato di occultismo, il giorno in cui ha compiuto 40 anni si è autoproclamato «mago». Chissà cosa si inventerà oggi, con 18 anni in più sul groppone. Nel dubbio, i nostri migliori auguri!

George Khoury & Friends
«Le straordinarie opere di Alan Moore», Black Velvet, Euro 35, pp. 279

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