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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2011 alle ore 13:55.

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Se andate alla biblioteca centrale di San Diego (California) verso l'ora di chiusura vedrete una folla di poveracci uscire dalla biblioteca con i loro sacchi a pelo, i loro cartoni, i loro carrelli del supermercato: per gli homeless la parte facile della giornata è finita, alle 18 inizia l'affannosa ricerca di un cespuglio nel parco o di un angolo di marciapiede da cui la polizia non li cacci immediatamente. Tra loro molti giovani, vittime di una crisi che li ha sradicati da case e famiglie.

È una scena che si ripete in qualsiasi grande città americana: "Da quando la recessione si è fatta sentire nel dicembre 2007, la biblioteca pubblica, una fonte tradizionale di accesso ai libri, ai periodici, ai CD e ai DVD, è diventata un'ancora di salvezza, che offre formazione alla tecnologia e seminari su temi che vanno dal modo di scrivere un curriculum alle tecniche per affrontare un'intervista di assunzione" dice l'Associazione dei bibliotecari americani.

Perché negli Stati Uniti la biblioteca è diventata una "ancora di salvezza"? Perché in un Paese dove la rete di welfare è minima, milioni di famiglie in difficoltà non hanno altro posto dove rivolgersi per ottenere servizi essenziali come l'indennità di disoccupazione o l'iscrizione nelle liste per ottenere un lavoro, delle pratiche ormai possibili solo on line. Nel gennaio 2009, più di 25 milioni di Americani usavano la loro public library almeno due volte al mese e questa tendenza continua ad aumentare. Nel paese all'avanguardia nell'offerta di tecnologie personalizzate metà dei giovani americani tra 18 e 24 anni accede a internet attraverso la biblioteca.

Praticamente tutte le biblioteche pubbliche americane offrono accesso gratuito a internet anche se spesso da un numero insufficiente di postazioni. Due terzi offrono assistenza a chi ha bisogno di usare la rete per cercare lavoro, compilare un curriculum, ottenere buoni pasto o altri servizi. La Previdenza sociale ha annunciato che dal 2012 non invierà più assegni a casa ai pensionati ma accrediterà la pensione in banca: per sapere il loro saldo o pagare l'affitto, gli anziani che non hanno accesso a internet da casa potranno solo andare in biblioteca. Prescott Valley, in Arizona, ha costruito una lussuosa biblioteca che attira i molti anziani che si trasferiscono nel Sud degli Stati Uniti perché il clima è migliore e la vita costa meno ma vivono in roulotte o case modestissime che non hanno collegamenti internet.

L'inventore del World Wide Web, l'inglese Tim Berners-Lee, dice: "Se non si è sul web diventa problematico accedere ai servizi. I poveri in città e gli analfabeti saranno sempre più svantaggiati e corrono il pericolo di essere lasciati indietro. Dobbiamo iniziare a parlare della connessione come di un diritto umano". Al contrario, in Italia ci sono ancora biblioteche che non mettono internet a disposizione degli utenti, mentre altre lo fanno solo a pagamento, violando una lunga e assai meritoria tradizione di gratuità dei servizi.

Va detto che da noi manca l'abitudine a vedere la biblioteca come un luogo centrale della comunità mentre ce ne sarebbe un gran bisogno: dal punto di vista informatico, siamo un paese arretrato, secondo l'Istat uno tra gli ultimi in Europa. Solo 23 milioni di italiani circa dichiarano di connettersi a internet con una certa frequenza, poco più di un terzo della popolazione. Una realtà molto differenziata su base territoriale e per età: milioni di italiani abitano al Sud, o in piccoli centri dove la connessione banda larga non c'è. Tra le persone di più di 54, anni meno di due milioni sono connessi a internet su circa 20 milioni in questa fascia d'età. Un'importante occasione mancata, perché gli anziani potrebbero trarre grandi benefici dall'uso della rete: per rimanere maggiormente legati a figli e nipoti magari lontani, sentirsi meno soli e avere un'alternativa alla tv-spazzatura.

L'Italia invecchia e se i sessantenni di oggi non hanno imparato fin qui ad usare Amazon o You Tube, è probabile che non imparino nemmeno in futuro. La biblioteca pubblica è un servizio facile da usare per loro; chi ha difficoltà con la lettura può chiedere al bibliotecario un dvd o un cd musicale mentre non saprebbe come collegarsi a iTunes. Il web offrirebbe loro mille possibilità.

Le biblioteche non hanno un futuro se non sociale e devono ormai essere viste come parte di un moderno sistema di welfare, come uno strumento indispensabile per superare la crisi e avviare la ricostruzione del paese.

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