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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 20:04.

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Francesco Sala (Fotogramma)Francesco Sala (Fotogramma)

Francesco Sala, ciclista, biologo vegetale, alpinista, divulgatore di OGM, direttore degli Orti Botanici milanesi, salvatore delle varietà tipiche a rischio di estinzione come le mele valdostane, è morto nella serata del 30 novembre.

Francesco è stato il più attivo e poliedrico biologo delle piante che ha speso tanta parte delle sue conoscenze ed energie per spiegare come gli OGM potevano servire a salvare le classiche produzioni tipiche italiane, dal pomodoro Sanmarzano al riso carnaroli, le cui coltivazioni stanno scomparendo a causa da un lato di virus e funghi, ma dall'altro della ostilità preconcetta di tanti verso le biotecnologie in agricoltura.

Francesco Sala ha combattuto tutte le possibili battaglie a sostegno della validità dell'uso degli OGM per aiutare l'agricoltura italiana ad uscire dall'angolo tecnologico in cui si è rintanata quando è stato reciso il legame tra ricerca ed applicazione agricola, tra sfide per le produzioni alimentari di eccellenza e l'innovazione biotecnologica.

Recentemente era anche diventato il presidente onorario di Futuragra l'associazione friulana che vince un ricorso dopo l'altro al Consiglio di Stato contro i ministri dell'Agricoltura anti-OGM. Si disperava pensando ai giovani che andava formando a Milano o a Pavia e che dovevano sempre più abbandonare gli studi intrapresi senza alcuna ragione logica, ma solo a causa della caccia alle streghe contro gli OGM che si è scatenata in Italia più ancora che in qualunque altra nazione europea.

Gli era insopportabile pensare che lui, scienziato pubblico italiano, non poteva sperimentare in pieno campo le varietà di piante OGM che andava isolando nel suo laboratorio e di cui voleva analizzare l'efficacia e la vitalità in pieno campo. Ma questa possibilità di sperimentare era ed è negata solo agli scienziati italiani da oltre 10 anni, relegandoci ancora di più alla periferia della periferia della ricerca scientifica internazionale.

Francesco aveva così intrapreso la via dell'estero e faceva oramai la spola con la Cina dove da un lato seguiva e partecipava ammirato alla severissima procedura di valutazione d'impatto ambientale del riso OGM cinese che da un decennio prosegue in Cina tra le massime cautele per non rischiare di complicare le altre coltivazioni di riso autoctone. Ma ci andava anche per seguire le prove dei suoi pioppi OGM che sono andate così bene che lo scorso anno aveva avuto l'orgoglio e l'onore di vederli coltivati su ben 250mila ettari, tutti frutto del genio italiano misconosciuto in Patria.

Dieci anni fa l'allora presidente del consiglio Giuliano Amato lo aveva incaricato di condurre un unico esperimento con OGM in pieno campo usando tale espediente per chiudere il feroce scontro che l'intera comunità scientifica italiana aveva condotto contro l'approccio integralista sul tema degli OGM adottato dall'allora Ministro dell'Agricoltura. Non soloquell'esperimento non è mai stato fatto, ma non hanno mai nemmeno rimborsato a Francesco le spese di viaggio per le trasferte romane richieste dai politici.

Il prossimo 18 maggio 2012 si svolgerà il primo Plant Fascination Day, una giornata internazionale in cui gli scienziati europei ed italiani cercheranno di parlare con i cittadini e comunicare quanto sia entusiasmante lavorare con le piante, seguirle, curarle, imparare da loro ed aiutarle ad essere sempre al nostro fianco. Francesco era impareggiabile nel comunicare questa passione e questa fascinazione per le piante.

Un bel modo per ringraziarlo della sua grande passione morale e civile potrebbe essere quella, quel giorno, di liberare finalmente dalla gabbia in cui vivono da anni quelle sue piante di mele valdostane ingegnerizzate per resistere ad un inattaccabile parassita delle loro radici. Levarle dall'angusto vaso in cui sopravvivono e piantarle in piena terra per farle respirare, permetterebbe a quelle radici da anni incarcerate di liberarsi nel suolo sane e forti e, siamo certi, che andrebbero a fargli compagnia.

Francesco Sala ha collaborato con Il Sole24ore

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