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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 19:44.

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Pubblichiamo il testo che Christa Wolf scrisse in occasione dei 15 anni delle Edizioni E/O. Durante il primo incontro con gli editori Sandro Ferri e Sandra Ozzola, Christa e Gerhard Wolf vennero a sapere che Sandro aveva una libreria chiamata «Vecchia Talpa»; da allora in poi cominciarono a chiamarli "Le talpe" (Sandroesandra)

La talpa literaria, una varietà della talpa comune, è stata finora avvistata solo nell'Europa meridionale. La sua tana principale si trova a Roma, da dove ha scavato, essenzialmente in direzione dell'Europa dell'Est, un gran numero di passaggi, sotterranei e in superficie, che nella maggior parte dei casi terminano nella tana più o meno nascosta di uno scrittore. Con i suoi occhi piccoli ma molto acuti, che in certe situazioni possono diventare peduncolati, e con un fiuto sviluppatosi solo in questa specie, scopre e annusa sotto montagne di carta i fogli per lei benefici, e non risparmia né fatica né astuzia, ma danaro sì possibilmente, per impossessarsi proprio di quei fogli, ottenerli dal povero scrittore a forza di chiacchiere o, in caso di necessità, sottrarglieli.

La talpa literaria compare in coppia sotto il nome fittizio di Sandroesandra una sorta di essere duplice, in grado di trascinare nella propria tana incredibili quantità di carta stampata o manoscritta, di cui pare si nutra, per poi trasformarla in modo misterioso e poco indagato in uno dei più straordinari prodotti di quella popolazione all'interno della quale la talpa literaria vive: il libro.

Considerato che questo modo alternativo di vivere è estremamente malsano per non dire: anormale, non stupisce che il soggetto in questione sia guardato con sana diffidenza e tenuto a distanza non solo dalle altre creature che si dedicano a una condotta di vita ragionevole, ma persino dalle sottospecie del suo tipo, pur non essendo stati osservati. oltre al già menzionato e per altro immenso consumo di carta. altri effetti immediatamente dannosi derivanti dal contatto tra la talpa literaria e gli altri animali, a parte il fatto che, in termini molto generali, a ogni essere vivente mediamente normale andrebbe sconsigliato con forza il contatto con un essere - una coppia addirittura! - inguaribilmente preda, in tutta evidenza, di un'idea fissa.

Per ovviare a questo fenomeno collaterale della sua inguaribile malattia, funesto anche per una creatura perspicace sì, ma povera di sentimenti come la talpa literaria, essa - perlopiù come coppia, ma di tanto in tanto anche separata in soggetto femminile («Sandra») o maschile («Sandro») - si getta con una sollecitudine confinante con la cordialità, o che comunque ne fa l'imitazione, su quei viventi deplorevoli che, anche loro con la testa non del tutto a posto, in quella testa si sono ficcati l'idea di dover sommergere e rendere felice l'umanità con il dono della loro sbrigliata forza immaginativa, cosa che natura1mente, come hanno dimostrato irrefutabilmente alcune indagini recenti, non è altro che una formidabile autoillusione e lo sfogo della loro presunzione irrefrenabile.

Ma quest'ultima si accorda proprio con quegli organi sensibili di ricezione della talpa literaria, fatti per fiutare anche le esalazioni più rarefatte di fiotti di presunzione, e mettere i loro detentori nella condizione di approfittarne per i loro dubbi scopi, sicché essa comincia subito a irretire il povero produttore di manoscritti con lusinghe di ogni genere, dalle dolci parole di ammirazione ai sussidi materiali, fino a che costui, magari indotto a cedere anche dagli inviti nella tana principale della talpa literaria o nella sua tana secondaria situata nella bella campagna, non può far altro che strapparsi dal cuore con gemiti e sospiri alcune centinaia di pagine e affidarle all'avidità della talpa literaria, per poi riaverle nuovamente tra le mani solo a distanza di un anno, modificate fino all'irriconoscibile, e ritrovare le effusioni del suo cuore su un qualunque bancone di negozio come merce tra le merci, consegnate alla rozza irragionevole presa del pubblico.

Ma questa misteriosa metamorfosi- uno degli eventi più enigmatici del nostro ambito vitale - è esclusivamente opera della talpa literaria. L'osservatore stupito non può fare a meno di supporre che in questa straordinaria creatura debba essere presente una qualche sostanza non ancora indagata dalla scienza, che la mette in grado, anzi: la costringe, a percorrere e a scavare tutto il nostro territorio coi suoi passaggi sotterranei, incurante dei contraccolpi, delle difficoltà e dell'incomprensione del suo ambiente, davvero un lavoro di Sisifo, al quale anche un esterno non negherà del tutto una certa sgomenta ammirazione. In fatti quell'autore di carta manoscritta già più volte menzionato, che d'altronde compare a sua volta sia in forma femminile che maschile, sembra sviluppare negli anni un attaccamento addirittura commovente alla sua talpa literaria.

Sandroesandra lo - e la - si può sentire mormorare, quanto vi devo. Che cosa sarei senza di voi. Chi mi conoscerebbe, se voi non ci foste. Come avrei mai potuto conoscere, senza di voi, l'aeroporto mal protetto dalla pioggia della bella città di Palermo, o le coraggiose donne di Roma o anche lo scrittore Brandys, anche lui molto attaccato a voi. Come mi sta ancora davanti agli occhi il paesaggio umbro, e la vostra tana secondaria che è lì, carissime talpe, dove ci avete lasciato abitare per giorni. Ah, che possiate continuare ancora a scavare diligentemente i vostri passaggi per i prossimi quindici anni, quelli che, è la nostra comune speranza, spezzeranno almeno un pochino il suolo incrostato e compatto sul quale normalmente siamo costretti a vivere. Fin qui il nostro autore, come sempre non obiettivo, ma generosamente lasciamogli l'ultima parola.

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