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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2011 alle ore 08:17.

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Quando ero Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano m'imbattei in una scarna lettera dattiloscritta datata «Rapallo 4 novembre 1929», segnata col motto Res publica, the Public Convenience e con la firma autografa di Ezra Pound. In un italiano sgangherato il poeta scriveva: «Quando viene il fotografo chi ha fatto gli alti fotos. lei prego darli questa lettera, con richiesta di far me Bianco su nero solamente Ms. 0.63 superiore». Era, dunque, l'ordinativo di una riproduzione fotografica di alcuni fogli di un codice cartaceo del XV secolo che conteneva una silloge di sonetti danteschi e stilnovisti. Da anni, infatti, Pound frequentava l'Ambrosiana e il suo Prefetto, Achille Ratti, il futuro Pio XI, che citerà persino in uno dei suoi Cantos; anzi, nel 1911 aveva scoperto nella Biblioteca alcune partiture musicali delle canzoni provenzali di Arnaut Daniel. Fui, comunque, emozionato di avere tra le mani una testimonianza così personale di un grande poeta, convinto che la poesia fosse «l'unica arte in cui la mediocrità è imperdonabile». Infatti, egli era consapevole che «in principio c'era la Parola, ma la Parola è stata tradita»; per questo era pronto a pagare per le sue convinzioni anche discutibili, perché «se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee».
E a proposito di idee, c'era anche il tema della religiosità. Nella Ballata per i giorni tetri della sua prima raccolta poetica A lume spento, edita in cento copie a sue spese nel 1908 a Venezia, Pound confessava: «Ho amato il mio Dio come chi, bambino nel cuore, / cerca profondi seni su cui riposare, / ho amato il mio Dio come fanciulla un uomo, / ma oh, ben questa è la cosa migliore: amare il proprio Dio come un gagliardo / avversario che gioca dietro il velo». Alla spiritualità del poeta, intrecciata col suo percorso esistenziale «accidentato, drammatico e solitario», come lo definisce la figlia Mary de Rachelwiltz, ha dedicato un saggio molto accurato e gustoso Andrea Colombo, un saggio che è avallato da un'introduzione proprio della figlia di Pound la quale è anche intervistata sul "sacro" poundiano.
Ardua è, però, la decifrazione della sua "teologia", perché essa si presenta come un groviglio di fili disparati e dai colori differenti più che una trama tessuta con rigore. Dall'originaria matrice protestante il poeta si era, infatti, avviato su sentieri molto ramificati che non esitarono ad approdare a ossimori ideologici attraverso misture di religiosità esotiche ed esoteriche con intrusioni socio-economiche e di teorie politico-sacrali, aggiungendovi ricerche filosofico-teologiche sul pensiero neoplatonico, ma anche su Francesco d'Assisi, Duns Scoto, Bonaventura, Riccardo di San Vittore, filtrate attraverso quel grande medievista che fu Etienne Gilson e la sua Filosofia del Medioevo. Colombo insegue e dipana questi fili che si erano inizialmente irrobustiti con l'adozione un po' acritica delle tesi dello storico delle religioni Tadeusz Zielinski, accanto a James Frazer, e che l'avevano condotto ad approdi sorprendenti, come quel "cattolicesimo pagano" nel quale il culto di Maria e dei santi e il rito sacrificale eucaristico si tingevano di politeismo: «Io affermo che gli dèi esistono!» risponderà a un basito Eliot.
La tradizione neoplatonica, spesso più orecchiata che scavata in profondità (si pensi all'abissale complessità del pensiero di Plotino), offre a Pound la simbologia "luminosa" per cui «senza fine Amore fa brillare intorno a sé il proprio effetto», come si legge nel Canto XXXVI, «luce bianca che è tutto». Successivamente subentreranno i fili di una visione più "incarnata": è quando il poeta rimane affascinato dalla dottrina sociale della Chiesa, presentatagli da un prelato vercellese della Curia romana, mons. Pietro Pisani (Colombo pubblica alcune lettere a lui indirizzate dal poeta), attraverso un saggio del sacerdote Luigi Pasquale Cairoli, Il giusto prezzo medioevale (1913), curiosamente edito da una marginalissima tipografia-cartoleria del mio paese di nascita, Merate (Lecco), ove anch'io da ragazzo mi rivolgevo alla ricerca di qualche libro, oltre che del materiale scolastico. Sboccia da lì l'appassionato e, come sempre, radicale interesse di Pound per l'economia politica, una sorta di terza via tra capitalismo e comunismo, che vede nella dottrina sociale della Chiesa, ma soprattutto nella teoria dello Stato corporativo di Mussolini la sua attuazione. È, questo, il momento dell'adesione al fascismo che s'incrocia col fervore con cui il poeta studia il pensiero sociale cattolico risalendo fino al Medioevo, infiltrandovi un altro suo interesse, quello per la dottrina confuciana.
La deriva verso il fascismo – che diverrà poi causa dell'ostracismo a cui sarà votato e a cui lui stesso si voterà col suo tempus tacendi finale («Il silenzio si è impossessato di me»), venato di iridescenze mistiche – sarà sostenuta anche dai contatti con un personaggio stravagante e fin fanatico, il fascistissimo (e poi scomunicato) don Tullio Calcagno. Significative sono le due lettere a lui indirizzate che Colombo pubblica per la prima volta.
Il turgore dell'adesione passionale giunge in quelle righe a una violenta invettiva contro Pio XII, bollato in modo delirante come «un figlio d'usuraio, venduto e stipendiato, o indebitato agli ebrei», e quindi persona inadatta «a portare le anime a Cristo». Affiora, così, uno dei temi economici più cari al poeta, quello dell'usura che gli farà scrivere lo stupendo Canto XLV su questa infamia che «soffoca il figlio nel ventre / arresta il giovane amante / cede il letto a vecchi decrepiti / si frappone fra giovani sposi». È, però, anche il tempo in cui Pound esalta le reducciones dei Gesuiti e il loro progetto socio-economico in America Latina, sempre però sotto il manto di quella sua "economia sacra" che miscela la fede cattolica al paganesimo e al confucianesimo, con l'aggiunta della spezia politica fascista, ad esempio, della battaglia del grano. Giustamente Colombo fa notare che «nel prendere in considerazione l'ipotesi di un Pound "cattolico", bisogna precisare che il poeta è attratto più dagli elementi estetici, filosofici e di politica sociale del cristianesimo, che dal messaggio religioso in sé».

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