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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2011 alle ore 16:03.

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Il sovrintendente Stephane Lissner del Teatro della Scala di Milano lancia un appello al Governo Monti ai microfoni di Radio24: «Non possiamo più andare avanti. Abbiamo bisogno di finanziamenti». A pochi giorni dall'apertura stagionale del teatro, in programma come da tradizione la sera di Sant'Ambrogio, Lissner chiede uno sforzo da parte delle istituzioni.

«Vorrei fare un appello al Governo e chiedere dei finanziamenti perché non possiamo più andare avanti così. Ho cercato in questi anni di diminuire le spese generali e ridurre il più possibile i costi, ma ora non possiamo più andare avanti. Venite a controllare perchè la gestione è assolutamente trasparente». Dai microfoni di Armando Torno per Radio 24, questo è l'appello accorato del sovrintendente Stéphane Lissner.

«Con un teatro che è auto finanziato più del 60% da privati, unico caso in Europa, - continua Lissner a Radio 24 - chiediamo uno sforzo al Governo. È sbagliata l'idea che soltanto i privati debbano sostenere il teatro perchè dobbiamo mantenere la missione di un teatro pubblico dove i privati sono qui per aiutare e sostenere il teatro ma non per diventare la risorsa principale. Questo non accade da nessuna parte in Europa, non accade in Francia, in Inghilterra, in Germania o in Austria. solo qui a Milano».

Nel frattempo, tutto pronto alla Scala di Milano per l'apertura della stagione 2011-2012. Mercoledì 7 dicembre il sipario della sala del Piermarini si alzerá su una nuova produzione del «Don Giovanni» di Mozart, firmata per la regia da Robert Carsen e che vedrá sul podio, per la prima volta nella sua veste di direttore musicale del teatro, Daniel Barenboim. Anche quest'anno c'è l'anteprima dedicata ai giovani under 30, cui la Scala offre, il 4 dicembre alle 18,00, a 10 euro (i biglietti sono stati venduti tutti su internet) il «Don Giovanni».

Cast stellare per l'opera mozartiana e prezzi altrettanto stellari per la prima del 7 dicembre, dove le poltrone e i posti nei palchi cosiddetti pregiati, quelli cioè di primo e secondo ordine con la più ampia visuale sul palcoscenico, costano duemila euro più il 20 per cento del diritto di prevendita, per un totale di duemilaquattrocento euro. Ma si tratta, come ha più volte chiarito lo stesso sovrintendente della Fondazione lirica milanese, Stèphane Lissner, di un fund raising con cui il Teatro, grazie al pubblico particolarmente abbiente della prima, raccoglie in media tre milioni di euro indispensabili per la propria attivitá.

Cifre più abbordabili, si fa per dire, per i posti meno panoramici nei palchi, che scendono fino a un minimo di cinquecento euro, sempre diritti di prevendita esclusi, e per la piccionaia, che va dai 350 ai 50 euro. Ma, si sa, la serata del 7 dicembre ha un sapore prevalentemente mondano.

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