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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 12:45.

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Dal nostalgico «The Artist» all'impegnato «Mosse vincenti», un weekend per veri cinefiliDal nostalgico «The Artist» all'impegnato «Mosse vincenti», un weekend per veri cinefili

La quiete prima della tempesta: in attesa dei botti cinematografici della prossima settimana, quando usciranno i titoli più accreditati per la conquista del box office natalizio, questo venerdì fanno il loro ingresso in sala diversi film d'autore molto attesi dagli spettatori più cinefili, anche se difficilmente in grado di ottenere grandi risultati ai botteghini.

Tra questi «The Artist», quarto lungometraggio del regista francese Michel Hazanavicius presentato con successo all'ultimo Festival di Cannes.

Ambientato a Hollywood nel 1927, data cardine per l'avvento del cinema sonoro, «The Artist» ha per protagonista George Valentin, divo del cinema muto che l'arrivo del parlato farà scivolare nell'oblio.

Ispirandosi a diversi attori che hanno realmente fatto la fine del suo personaggio (da Douglas Fairbanks, al quale Valentin sembra rimandare esplicitamente, a Buster Keaton), Hazanavicius racconta una delle pagine più importanti della storia del cinema, attraverso una messa in scena tutt'altro che convenzionale: «The Artist» è infatti un'opera (quasi) completamente muta, accompagnata da cartelli e scelte linguistiche tipiche delle pellicole del periodo che racconta. In epoca di 3d e cinema digitale quest'operazione non può che risultare coraggiosa, emozionante e facilmente apprezzabile: eppure, nonostante a prima vista appaia sinceramente coinvolgente, col passare dei minuti sorge qualche dubbio sul reale spessore di un progetto che, come si evince dalla sequenza finale, rischia di risultare un po' troppo artefatto.

Ottima la prova di Jean Dujardin, meritatamente premiato a Cannes con la Palma per il miglior attore.

Prodotto ben poco nostalgico è invece «Enter the Void», l'ultima fatica di Gaspar Noé, che, primo caso per il mercato italiano, sarà disponibile in contemporanea anche sulla piattaforma on-line Own Air, dove si potrà scaricare a prezzi inferiori rispetto a quelli della sala.

Dopo il controverso «Irréversible» del 2002, il regista francese punta di nuovo a scandalizzare il pubblico raccontando gli ultimi minuti della vita di Oscar, giovane spacciatore americano che, dopo essere stato ucciso dalla polizia, continuerà a seguire la vita di sua sorella Linda, fluttuando sui cieli di Tokyo in attesa che la sua anima possa trovare un nuovo corpo dove reincarnarsi.

Seppur l'aspetto formale, costituito da molteplici riprese in soggettiva, possa inizialmente risultare affascinante, ben presto ci si rende conto che «Enter the Void» non è altro che un mero esercizio di stile, gratuitamente provocatorio e vacuamente fine a se stesso. Oltre 150 minuti di durata per una visione estenuante che tocca il suo abisso d'inaccettabilità in una parte finale capace di superare i limiti della morale. Cinematografica e non.

Se lo sperimentalismo non fa per voi, il consiglio è «Mosse vincenti», uno dei titoli più intensi visti al recente Torino Film Festival.

Diretto da Thomas McCarthy, il film ha per protagonista Mike, mediocre avvocato del New Jersey e allenatore a tempo perso della squadra di wrestling del liceo, che, per sopperire alle sempre più impellenti difficoltà economiche, riesce a ottenere l'assegno mensile per l'affidamento di un suo anziano cliente. Il suo piano rischierà però di svanire con l'improvvisa comparsa del giovane nipote di quest'ultimo.

A metà tra il dramma sportivo e la commedia amara, «Mosse vincenti» sviluppa una profonda riflessione sulla crisi contemporanea, sia in campo economico che in quello affettivo, grazie alla perfetta coerenza narrativa e stilistica di un regista che è anche un ottimo direttore d'attori. Seppur tutto il cast risulti efficace, va sottolineata l'ennesima prova importante di Paul Giamatti, da anni tra gli interpreti più solidi dell'intero cinema americano.

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