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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2011 alle ore 08:16.

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Ci sono un uomo, uno scoiattolo e un albero. L'uomo «cerca di vedere lo scoiattolo girando rapidamente attorno al tronco, ma per quanto si muova velocemente, lo scoiattolo si muove altrettanto velocemente in direzione opposta, tenendo sempre l'albero fra sé è l'uomo, così che non è mai possibile vederlo». Se voi foste gli spettatori, che cosa direste? Che l'uomo gira attorno allo scoiattolo oppure no? Secondo William James, al quale dobbiamo questo esempio, dipende da che cosa intendiamo praticamente con «girare attorno». Una volta chiarito questo, dice James, si dissolverà ogni possibile disaccordo. Che questa conclusione convinca tutti è lungi dall'esser certo, ma indubbiamente mette in luce un punto importante delle dispute filosofiche, ossia che talvolta si tratti semplicemente di questioni verbali, che non riguardano i fatti, bensì il modo in cui ne parliamo. Ma non tutte le dispute sono di questo tipo. Basti pensare alla famosa disputa tra analitici e continentali, che ha per oggetto principalmente il metodo dell'indagine filosofica, o quella sui giudizi di gusto, che ruota attorno alla domanda: se de gustibus non est diputandum come possiamo essere in disaccordo con qualcuno che ha gusti diversi dai nostri? E che dire poi del disaccordo sui principi morali? C'è qualcosa di giusto o di sbagliato in sé?
In realtà sono due le questioni che si incrociano in queste domande e delle quali occorre tenere conto. In primo luogo, in tali casi c'è un effettivo disaccordo? E, in secondo luogo, ammesso che il disaccordo ci sia, è tale che almeno uno di coloro che hanno opinioni opposte si sbaglia, oppure entrambi hanno, in un certo senso, ragione? I relativisti pensano che, nella maggior parte dei casi, il disaccordo sia di quest'ultimo tipo, ossia che si tratti di "disaccordo senza errore". A essi si contrappongono tanto i realisti, per i quali proprio perché c'è un effettivo disaccordo allora uno dei due disputanti deve essere in errore, quanto i contestualisti, secondo i quali in molti dei casi in cui due persone sembrano avere giudizi opposti su questioni estetiche, morali epistemologiche o ontologiche esse stanno parlando in realtà di cose diverse. Chi ha ragione? Si cercherà di capirlo al convegno di medio termine della Società italiana di filosofia analitica, organizzato in collaborazione con la Società filosofica italiana e la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele.
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Disaccordo/Disagreement, 12-13 dicembre 2011, Università di Torino, Palazzo del Rettorato, Sala Principi D'Acaja, Via Po 17. Parteciperanno:
S. Poggi, H.-J. Glock, J.-P. Cometti,
D. Marconi, B. Smith, M. Kölbel, G. Lolli, P. Giaretta, M. Ponte, M. De Caro,
E. Lecaldano, A. Da Re, M. Ferraris,
M. Carrara, L. Morena, E. Galeotti,
V. Ottonelli, E. Ceva, F. D'Agostini,
C. Ciancio, L. Perissinotto

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