Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2011 alle ore 19:27.

My24
Manifesto del film "Le Idi di Marzo" (Olycom)Manifesto del film "Le Idi di Marzo" (Olycom)

«Nessuno ha ancora visto Acab, ma già ci sono polemiche sul film». Citiamo a memoria uno degli ultimi status su Facebook di Stefano Sollima, regista dell'opera in questione che ha rimesso insieme lo straordinario team di sceneggiatori (Cesarano- Petronio- alenti) con cui ha fatto esplodere il fenomeno Romanzo Criminale in tv per portare al cinema il libro, tratto da una storia vera, del giornalista Carlo Bonini.

«Mi colpisce come George riesca a comprendere e descrivere le dinamiche di un Potere che va al di là della politica», ha detto invece Steven Soderbergh, sul nuovo film da regista e attore di George Clooney, «Le idi di marzo».

I due lungometraggi non sono uniti solo dal concorso de Il Sole 24 ore, ma anche da un periodo d'uscita solitamente non facile per film impegnati e duri. Acab ad esempio, si preannuncia come un pugno allo stomaco per molti. Cobra, Negro e Mazinga sono poliziotti che agiscono senza se e senza ma, sparano prima di parlare, hanno vite dure e sono dei duri. All cop are bastards: tutti i poliziotti sono bastardi. Ecco per cosa sta l'acronimo del titolo, usato dai ribelli e dagli emarginati inglesi, un paio di decenni fa, per dichiarare, sui muri e nelle manifestazioni, il proprio odio, corrisposto, per la polizia. E ora adottato da tutti i movimenti di protesta del mondo.

Sollima non giudica, mostra: il trio formato da Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro e Marco Giallini - talento da vendere, nel caso degli ultimi due decisamente sottovalutato - sarà politicamente scorretto, insopportabile nelle azioni che compirà ma allo stesso tempo, proprio come avveniva per Romanzo Criminale, ci affascinerà, si farà voler bene. Perché, come cantava Ligabue, i duri hanno due cuori. Il film di Sollima è ancora blindato, ma scommetteremmo una somma considerevole che quello di Sollima sarà un bel film di genere venato di un'ottica modernamente pasoliniana. E per questo inevitabilmente scomoda.

Altrettanto controverso è «Le idi di marzo». Qui buoni e cattivi si mischiano come nell'opera italiana appena citata, ma invece di caschi e divise, hanno completi da migliaia di dollari e cravatte all'ultima moda. Clooney, sempre più il nuovo Redford, ci regala una bordata contro il Potere niente male. Lui si riserva il ruolo di un candidato democratico alla presidenza Usa: parla bene, ha idee illuminate, sembra duro e puro. Un Obama bianco. Ovviamente, l'apparenza inganna, e noi lo scopriamo dietro le quinte, grazie allo scontro tra il capo dello staff di George, Paul Giamatti, e di quello del suo rivale, Philip Seymour Hoffman.

Scontro tra titani, fatto di giocate di fioretto e coltellate alle spalle. Ma il vero protagonista è il nuovo divo della Hollywood più indipendente, Ryan Gosling, qui ghost writer idealista che deve fare i conti con il lato oscuro di sé e di chi comanda. Clooney smonta il giocattolo della politica e degli ideali con il sentimentale nichilismo di chi conosce le regole del mondo e sa che i giocatori si battono in una partita truccata. Un'opera implacabile, quasi geometrica nel raccontare come funziona la macchina (da guerra) del potere: siamo in politica, ma l'impressione è che potrebbe trattarsi di banche, industria, informazione e avremmo le stesse dinamiche.

Se All cop are bastards, quindi, anche i politici non scherzano. E allora non fidatevi di niente e nessuno, se non di un consiglio: andateli a vedere tutti e due, Acab e Le Idi di Marzo.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi