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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2011 alle ore 09:58.

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Scena nuda, immediata, percuotente. Quattro attori equipaggiati solo di sedie, scoperchiano verità scomode, insabbiate, che reclamano l'urgenza di esser raccontate. Tragedie contemporanee rivelate dalla parola teatrale, volte alla sopravvivenza della memoria di giudici morti per niente, per caso, uomini come noi, colpevoli solo di indossare: «Toghe rosso sangue».

Questo il titolo dell'acuta e provocatoria pièce teatrale in scena alla Casa Delle Culture a Roma, tratta dall'omonimo coraggioso libro del giornalista calabrese Paride Leporace. Ventisei magistrati uccisi dal 1969 al 1994 e uno scomparso nel nulla. Mandanti: mafia, ‘ndrangheta, terrorismo. Delitti dai volti cangianti, sicari impuniti, la storia recente di uno Stato spesso impotente o connivente, quadri, frammenti, nomi, luoghi, sogni infranti, battaglie perse, ragazzi innamorati di un'utopia politica che trovano impauriti il coraggio di trasformarsi in aguzzini. Sfilano davanti a noi le loro storie, testimoni e spettatori di quei venticinque anni sanguinanti . Cantori di questo substrato evocativo, quattro interpreti, Les enfants terribles di nome in ensemble, bravi e impegnati di fatto: Sebastiano Gavasso, Francesco Marino, Diego Migeni, Emanuela Valiante, capaci di far irrompere in scena con foga e suggestione la reminiscenza collettiva e individuale. Senza retorica, con sprazzi di poesia e ironia, imponendoci una salubre riflessione .

Necessaria .Si sente forte nell'aria un profumo raro di parole come giustizia, libertà, dignità, coscienza, si respira quel turbamento che scaturisce dal ricordo di qualcosa che non può cadere per sempre nell'oblio, esistenze interrotte, fin troppo presto , fin troppo umane, fin troppo vere. Teatro civile e di narrazione, impostato drammaturgicamente da Giacomo Carbone, che sceglie come simbolo dei ventisette caduti, sei magistrati: Agostino Pianta, ucciso nel 1969 da un detenuto vittima di un errore giudiziario, Emilio Alessandrini giustiziato da Prima Linea nel 1979, Bruno Caccia vittima della ‘ndrangheta nel 1983, Mario Amato imbottito di piombo dai NAR nel 1980, Paolo Borsellino accoppato dalla mafia nel 1992, Paolo Adinolfi scomparso nel 1994. Francesco Marino con una regia delicata e schietta, umanizza il dramma, facendo lievitare i racconti con rimandi, aneddoti, in prima e in terza persona, stacchetti musicali cult del periodo, incrociando punti di vista politici e intimi. Senza schieramenti, senza posizioni estreme.

Da Nord a Sud, da Torino, alla Calabria, alla Sicilia, da Rose Rosse a Superman, dai magistrati dalle scarpe bucate e l'onestà nelle vene, dalla paura e la morte in mano alle urla strazianti dei familiari, dai rossi con l'eschimo ai neri dei quartieri alti, da quei morti sulla collina che chiedono ancora giustizia, corre veloce e incisiva la voce dei quattro attori, tra verità storica e finzione. Per non dimenticare. Per ricordare un passato che brucia e ancora oggi attende risposte. Ogni spettacolo ha il pubblico che si merita, concludono Les enfants terribles. Un invito a chiunque crede nell'arte scenica come pungolo, a un teatro che (cosa sempre più sporadica) palpita di verità.

«Toghe rosso sangue» tratto dal libro omonimo di Peride Leporace. Adattamento drammaturgico di Giacomo Carbone. Regia Di Francesco Marino. Costumi di Olivia Bellini. Disegno luci Nuccio Marino. Interpretato da " Les enfants terribles": Sebastiano Gavasso, Francesco Marino, Diego Migeni, Emanuela Valiante. In scena fino al 18 dicembre alla Casa delle Culture. Via di San Crisogono 45- Roma.
http://www.casadelleculture.net/
http://www.lesenfantsterribles.info/

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