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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2011 alle ore 15:22.

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Il tragicomico quadro bianco della discordia di Yasmina Reza. Nella foto da sinistra Alessio Boni, Alessandro Haber e Gigio AlbertiIl tragicomico quadro bianco della discordia di Yasmina Reza. Nella foto da sinistra Alessio Boni, Alessandro Haber e Gigio Alberti

Pone questioni serie. Prima di tutto quelle riguardanti i rapporti umani. Come l'amicizia. Poi affronta quelle più futili quale la politica dell'arte e i valori estetici. Ma il divertimento è assicurato. Niente di serioso, quindi. E non importa se intanto fra i protagonisti si è innescato un gioco al massacro con un finale che lascia le tracce di incrinature relazionali causate dalle ferite inferte dalle parole e difficilmente rimarginabili.

Pur con un lieto fine niente sarà più come prima fra i tre amici della piéce. La commedia "Art", opera del 1994 della osannata scrittrice franco-iraniana Yasmina Reza (resa nota al grosso pubblico dal recente film di Polanski "Carnage") tradisce già dal titolo l'argomento in questione. Quello dell'arte, in realtà, è solo il pretesto per mettere in scena le dinamiche psicologiche ed emotive della complessa natura umana in tema d'amicizia virile, fatta anche di egoismi, falsità, doppiezze, con lo spettro della solitudine.

"Art" riguarda l'effetto catastrofico che s'innesca sui tre amici, Serge, Marc e Yvan, causato da un banalissimo episodio: l'acquisto da parte di Serge di un costosissimo quadro astratto, un dipinto di grandi dimensioni monocromo, bianco con striature bianche. Un autentico "Antrios", il nome dell'artista: evidente allusione a quel genere della pittura contemporanea che va dal famoso "Quadrato bianco su fondo bianco" di Malevic, agli "Achromes" di Manzoni. La vicenda elementare evidenzierà un contrasto di gusti circa il quadro; conflitto che svelerà personalità e modi di vita diversi in un crescendo nervoso verso la crisi che, tra biechi risentimenti e rivelazioni scomode, bassezze e asti, arriva a colpire le rispettive compagne o fidanzate, solo evocate.

Osservatrice satirica della nostra società, Reza ha una scrittura scoppiettante, elegante, pungente. Quasi da sit-com, le situation comedy da serie televisive, che, credo, spiega il successo ovunque delle sue opere. Soddisfa cioè un pubblico eterogeneo, coniugando astutamente temi seri con spruzzate di raffinata comicità, presentate con una parvenza di profondità "Dietro c'è un pensiero", dice Yvan del quadro. Anche nel testo, ma Reza non lo esplora a fondo e non va oltre. Nell'apparente rifiuto di una trama e nel minimalismo oltranzista la scrittrice lascia scorgere strati, sfumature, sovrapposizioni, l'andare oltre la tela, oltre le convenzioni dell'intreccio drammaturgico.

In realtà rimane quasi tutto in superficie. La disputa dell'Arte, inoltre, propone non poche ovvietà e banalità. Pur non avendo battute memorabili o particolarmente degne di nota, e con qualche lungaggine, "Art" offre puro intrattenimento nei suoi novanta minuti recitati tutti di un fiato da un affiatato trio d'attori, Alessio Boni, Alessandro Haber e Gigio Alberti, degni della loro rinomanza. La regia di Giampiero Solari non fa altro che metterli in scena lasciando alla loro complementarità il ritmo dell'azione scandita da siparietti scorrevoli che aprono e chiudono sulle stanze permettendo di isolare i singoli protagonisti negli "a parte" riservati ai loro pensieri segreti.

ART, di Yasmina Reza, traduzione Alessandra Serra, scene Gianni Carluccio, luci Marcello Iazzetti
Costumi Nicoletta Ceccolini, regia Giampiero Solari. Produzione Nuovo Teatro / Gli Ipocriti. Al Teatro Eliseo di Roma fino al 15 gennaio; quindi Udine, Pavia, Recanati, Bergamo.

www.teatroeliseo.it

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