Il primo poeta, una donna

Disco di Enkheduanna, figlia di Sargon di Akkad (ca. 2285-2250 a.C.), rinvenuto a Ur e conservato presso l'Univiersity of Pennsylvania Museum

Infine, è la supplica alla celeste Inanna/Ishtar, la dea della dinastia di Akkad, che ottiene il ristabilimento dell'ordine nuovo, presentato nella visione teologica della poetessa, come voluto dai sommi dèi, ma certo imposto, nella realtà storica, dal grande Sargon. Il canto si conclude con la proclamazione del successo del canto della poetessa, confermato dal trionfale ritorno di Ishtar nella sacra cella nuziale del suo santuario (e certo della sacerdotessa nel suo tempio), e con l'esaltazione dell'ispirazione poetica dell'autrice, concepita nelle tenebre della notte perché il suo canto sia ripetuto nel fulgore del giorno nelle recite, forse, dei templi e delle corti. L'ammirazione degli ambienti letterari sumerici per l'opera poetica di Enkheduanna e la fama di questa soprattutto tra le composizioni che le erano attribuite sono, in effetti, testimoniate dal fatto che «L'esaltazione di Inanna» fu inserita dai dotti del Paese di Sumer, forse nei primi secoli del II millennio a. C., nel canone, fisso, di dieci celebrate opere letterarie che, a giudizio degli antichi, rappresentava il culmine dell'espressione poetica, e certo anche ideologica, del più antico mondo mesopotamico.

È singolare che di nessuna delle altre nove composizioni poetiche accolte in questo empireo della poesia di quella che è stata definita la più antica letteratura del mondo è noto il nome dell'autore. La sola eccezione è Enkheduanna, che certo al luminoso talento letterario unì una profonda conoscenza teologica e una particolare preparazione politica. Forse l'ispirata sacerdotessa di Ur non fu solo, come è indubbio, la prima poetessa della storia, ma fu anche la prima donna nella storia ad aver svolto un ruolo politico di eccezionale rilievo.

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