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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2012 alle ore 16:51.

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Per merito dei "The Musical Box", che sarebbe riduttivo definire una tribute band dei Genesis, a quasi 40 anni di distanza si potrà rivedere e rivivere le emozioni dell'opera rock-progressive "The Lamb Lies Down on Broadway" per tre serate di fila - il 26 Gennaio all'Auditorium di Roma, il giorno dopo agli Arcimboldi di Milano e chiusura al Gran Teatro Geox di Padova.

L'agnello dei Genesis si stenderà ancora su Broadway, come metafora delle mille luci che accecano l'individuo, per richiamare e purificare la società dalla perdizione. Dopo "Foxtrot" e "Selling England by the Pound" si conclude con questo spettacolo la trilogia iniziata vent'anni fa dal gruppo canadese per riproporre filologicamente gli spettacoli storici dei Genesis.

Non sarà una semplice esecuzione live del concept album doppio, che venne eseguito dal vivo oltre un centinaio di volte, nel corso di un tour mondiale durato un anno e mezzo, a cavallo tra il 1974 e 1975. L'ultimo grande tour dei Genesis alla fine del quale Peter Gabriel ufficializzò la sua uscita dal gruppo. Sarà uno spettacolo vero proprio, ricostruito fedelmente con le scene, i costumi le luci e gli strumenti musicali dell'epoca. Ci riporterà indietro di 40 anni, al rock progressivo, visionario e teatrale dei Genesis.

Trasformazione alchemica
Il concept album The Lamb Lies Down on Broadway è ambientato oltreoceano con un'ouverture minimalista alla Terry Riley che introduce a un'opera monumentale. È la storia di Rael, un portoricano graffitaro che vive ne bassifondi di New York, da poco uscito dal riformatorio, che alla fine di una notte brava viene colpito dalla visione di un agnello che gli sbarra il cammino per le strade di Broadway. Mentre fissa questo insolito animale apparso nella metropoli, su Rael scende una specie di grande schermo che proietta scene di vita frenetiche che lo stordiscono.

Quando si riprende si ritrova in un mondo parallelo e sotterraneo dove, attraverso un percorso simbolico di formazione e trasformazione alchemica, scopre il suo vero essere, chi è davvero. Come in una rinascita si ritrova in un bozzolo, sereno, prima che cominci un rito di iniziazione con diverse prove da superare. Dapprima in una caverna, poi in una fabbrica dove vengono realizzati esseri umani ed altri personaggi chiave per la sua vita, come il fratello John che in precedenza lo aveva abbandonato incurante della richiesta di aiuto: in tutti questi volti Rael trova delle sue parti interne riflesse.

Un viaggio interiore
In questo viaggio interiore, tra sogno e memoria, arriva in un corridoio dove tutti camminano a carponi mentre lui è libero di muoversi e fare domande agli esseri striscianti " the carpet crawlers", il titolo del singolo tratto dal disco, dove come un mantra si ode ritornello «dobbiamo entrare per poter uscire» ( «We gotta get in to get out»). Si potrebbe interpretare come coloro che dell'essere «in» ossia dell'apparire fanno lo scopo della vita per potere emergere, mentre Real è in cerca del proprio vero sé. E lo trova alla fine. Durante questo viaggio dentro di sé incontra tanti personaggi, tante parti diverse che alla fine riesce a integrare in un tutt'uno: dalla biblica cieca Lilith, alle suadenti Lamia metà donna e metà serpente, dai deformi Slippermen al fratello John che dopo averlo salvato tuffandosi nelle acque, rinunciando a fuggire nel mondo reale attraverso un'apertura della roccia che stava per richiudersi, scopre che ha il suo stesso volto ossia è autosalvazione.

Rael, alter ego di Peter Gabriel
La rievocazione della vicenda di Rael, alter ego di Gabriel, è un'operazione filologica degli avatar dei Genesis e non poteva essere altrimenti trattandosi di una storia di doppi, narrata dal loro primo album doppio, che si conclude nell'unità dello spirito. Come suggella la conclusiva «It»: «It è qui, it è ora/ It è reale, It è Rael». It è spirito puro dove si dissolvono i due fratelli. E' la conclusione dell'opera rock dei Genesis. Ricorda il messaggio esoterico di "Stairway to Heaven" dei Led Zeppelin, dove in fondo alla scalinata per il paradiso sta una donna che cammina e «risplende di una luce bianca e vuole dimostrare come qualsiasi cosa si tramuti in oro». E' la stessa via alchemica indicata dall'agnello che porta all'It dopo la purificazione del corpo nei riti di passaggio.

Lo spettatore nel corso della rappresentazione potrà riconoscere tante sue parti perché l'agnello che gli si parerà davanti sarà un momento di rivelazione del proprio sé. Uno spettacolo onirico, surrealistico con valenze mitopoietiche. Non a caso il regista esoterico Jodorowsky teorico della psicomagia e cultore dei Tarocchi, nelle intenzioni voleva farne un musical con Gabriel protagonista. I "Musical Box" la rappresentano fedelmente in forma di "opera rock".

Rael in definitiva sta al prog-rock così come Tommy, alter ego di Pete Townshend, degli Who sta al rock: opere concettuali un genere lanciato nel 1969 da "Arthur" ( or the Decline and Fall of the British Empire) dei Kinks. Tempi in cui si sperimentava e si creava senza i condizionamenti dello show business, di Broadway e dintorni, che tenta di accecare e tarpare l'ispirazione artistica.

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