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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2012 alle ore 09:06.

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Fine e rinascita nell' "Apocalisse" di Lucilla GiagnoniFine e rinascita nell' "Apocalisse" di Lucilla Giagnoni

Quello che colpisce di più è il coraggio. Chi conosce il percorso più che ventennale di un'attrice di razza come Lucilla Giagnoni non si stupisce: dalle tavole del mitico laboratorio Teatro Settimo fino al percorso solista che l'ha portata a costruire una rete fittissima di rapporti con i grandi Stabili e con centinaia di piccole realtà locali, Lucilla non ha mai battuto strade convenzionali.

E' per questo che l'etichetta di "teatro di narrazione", spesso giustamente legato al teatro di denuncia sociale, va stretta al suo recitare.
Tuttavia «Apocalisse», lo spettacolo che l'attrice fiorentina porta in tournée in questi mesi, rappresenta un punto di arrivo speciale, non solo per la sua carriera.

Si tratta infatti dell'epilogo di un percorso iniziato dieci anni fa con «Vergine Madre», originale indagine sulla Divina Commedia, e proseguito con «Big Bang», dialogo a tre voci tra il linguaggio sacro, quello poetico e quello scientifico.

In «Apocalisse», Lucila Giagnoni dapprima si schermisce, dichiarando di non essere né un teologo, né un filosofo: e infatti, in scena, c'è un'attrice, una teatrante, ed è attraverso la chiave del linguaggio teatrale che l'interprete propone di accedere all'Apocalisse di Giovanni. Suo Virgilio è l'Edipo di Sofocle, metafora di tutti gli uomini, la natura dei quali è impastata di luce e oscurità, visione e cecità, così come l'Apocalisse è svelamento ma anche ri-velazione, cioè nuovo mistero. Fine e nuovo inizio, rinascita.

Alternando monologhi da Sofocle e letture di passi della Bibbia, l'attrice imbocca una strada impervia, coraggiosa, persino spericolata nell'interpretazione della Scrittura. Ma cosa deve fare l'interprete, se non "interpretare"?

«Apocalisse» ci mostra così non solo il teatro classico nel suo senso paradigmatico di rito civile, politico, della polis - e, quindi, collegato alla città, alla visione della città nell'Apocalisse. Ma, con un'esposizione di sé così estrema, così definitiva, Lucilla Giagnoni va oltre: torna dall'universale all'individuale, alla sua vita, a sua figlia, a sua madre, a suo padre, a sua nonna e, in una commuovente chiusura del cerchio, ci suggerisce che dove si deve fermare l'attrice - dove finisce il teatro - può arrivare l'umanità dell'interprete. Può continuare la sua strada l'Uomo.

Apocalisse
di e con
Lucilla Giagnoni
Collaborazione al testo Maria Rosa Pantè
Collaborazione alla drammaturgia scenica Paola Rota
Musiche originali di Paolo Pizzimenti
Scene e luci Massimo Violato
Produzione Fondazione Teatro Piemonte Europa - CTB Centro Teatrale Bresciano
I Teatri del Sacro
Prossime date:
8-9 febbraio – Saronno (VA) - Teatro Giuditta Pasta
17 febbraio – Trevi (PG) – Teatro Clitunno
7 Marzo – Magenta (MI) – Teatro Nuovo
Info: www.lucillagiagnoni.it

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