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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2012 alle ore 20:52.
PARIGI – Tutto il mondo considera ormai il loro teatro al livello di un "classico": Dario Fo e Franca Rame rappresentano una delle più originali e complete esperienze di palcoscenico e drammaturgia del teatro contemporaneo.
La prova eclatante della loro rilevanza autorale fu il Nobel per la letteratura assegnato nel 1997 all'attore di Sangiano. Da allora, la consapevolezza culturale del loro ruolo si è progressivamente consolidata. Eppure, in Italia, fa ancora un certo effetto rendersi conto del (meritatissimo) credito scientifico del quale all'estero godono i nostri.
"Forse – prova a spiegare Marina De Juli, storica attrice della compagnia Fo-Rame – perché nel nostro Paese è sempre prevalsa la loro figura di interpreti e mattatori su quella di autori. E questo anche per l'esposizione civile e politica del loro teatro".
Proprio Marina De Juli sarà ospite con ben due spettacoli al Centre Malesherbes di Parigi in occasione di una giornata di studi organizzata dalla Sorbonne: il 15 febbraio prossimo studiosi di teatro italiani e francesi si confronteranno su "Interpréter le théâtre de Dario Fo et Franca Rame. Approches théoriques et pratiques".
"Per quanto riguarda la Francia – ci puntualizza Davide Luglio, responsabile scientifico, insieme a Laetitia Dumont-Lewi e Lucie Comparini, della giornata di studi - il loro teatro si è imposto progressivamente come classico da quando, nel 1974, José Guinot, con l'aiuto di Ginette Herry, lo fece venire in tournée con Mistero Buffo. Da allora, buona parte degli spettacoli di Fo e Rame è stata tradotta e rappresentata, ed è stato possibile cogliere sempre meglio ciò che fa l'universalità, la "classicità" della poetica di Fo. In una recente, bellissima testimonianza, Ginette Herry ne ha messo in evidenza i due aspetti centrali. Da una parte la funzione poetico-politica delle tracce mitiche o delle realtà storiche del conflitto tra «maggiorenti» e «poveri cristi». Si tratta, con esse, di far affiorare o di consolidare la consapevolezza della perennità degli oppressi e della legittimità delle loro lotte e delle loro utopie, dando a queste, magari, anche forza e vita. Dall'altra, la magistrale reinvenzione dell'attore-narratore che privilegia l'azione visiva e lo spettacolo piuttosto che la scrittura, facendo della letteratura non un punto di partenza ma un punto di arrivo".
Marina De Juli, che in Italia porta in tournée da anni, con successo, una versione personalissima dei lavori di Fo e Rame, si confronterà per la prima volta con la recitazione in lingua francese del suo "Tutta casa letto e chiesa", mentre "Johanna Padana a la descoverta de le Americhe", riscrittura al femminile dell'anti-eroe di Fo, andrà in scena con la proiezione di un'inedita traduzione "grafica" realizzata dagli studiosi della Sorbonne.
"Molto spesso – aggiunge Marina –, all'estero, la fisicità del teatro di Dario è stata confusa con quella del clown o del mimo. In realtà, Fo è un «anti-mimo», il suo è un lavoro «a togliere». In altre parole, io in scena seguo la lezione del mio maestro: accennare le cose e lasciare alla fantasia dello spettatore lo spazio per completarle".
Ma in cosa consiste l'elemento di maggior urgenza nel confronto con l'attualità della scrittura di Fo e Rame?
"L'attualità della drammaturgia di Fo è, ancora una volta -– secondo Luglio –, il prodotto della sua classicità. Nel rapporto stile-contenuto va osservato che l'uso che fanno Fo e Rame della storia è sempre un uso allegorico, sicché un fatto legato all'attualità degli anni Settanta o Ottanta nei loro spettacoli assume comunque un valore che supera la contingenza di quel dato momento. Nel 2010 Marc Prin ha portato in scena, al teatro Nanterre/Amandiers, «Clacson, trombette e pernacchi». È stato un grande successo anche se la pièce, strettamente legata alla storia italiana della fine degli anni di piombo, poteva sembrare ostica ad un pubblico francese. Invece, la sua dimensione allegorica ha permesso a Marc Prin di moltiplicare implicitamente i rinvii all'attualità di oggi, proprio perché non esiste epoca in cui non si riproduca, a questo o a quel livello, una dialettica oppresso-oppressore. Quanto all'attualità linguistica, essa è pure presente per lo spazio che occupa nel linguaggio scenico di Fo la visualizzazione gestuale del racconto. Sulla scena della Comédie française l'attore era, per così dire, solo e nudo, disponendo solamente della propria immaginazione per creare e visualizzare la storia che raccontava. E l'immaginazione di un attore è per definizione legata al suo tempo, al presente che vive e condivide con gli spettatori".
15 febbraio 2012
Université Paris-Sorbonne - Salle des Actes - Paris
Giornata di studi
Interpréter le théâtre de Dario Fo et Franca Rame. Approches théoriques et pratiques
16 febbraio 2012 – ore 17
Centre Malesherbes, Grand Amphithéâtre - Paris
Johanna Padana a la descoverta de le Americhe
di Dario Fo, adattamento di Marina De Juli
con Marina De Juli
17 febbraio 2012 – ore 18
Centre Malesherbes, Grand Amphithéâtre - Paris
Tutta casa letto e chiesa
di Franca Rame e Dario Fo
con Marina De juli
Organizzazione:
Université Paris-Sorbonne
PRITEPS – Programme de Recherches Interdisciplinaires sure le Théâtre et les Pratiques Sceniques
ELCI-EA 1496 – (Équipe Littérature et Culture Italiennes)
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