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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2012 alle ore 13:49.

Mi permetto, in quanto lettore di lunga data della vostra rivista, di offrire un quadro più circostanziato all'articolo di Tim Parks. Il vincitore di quest'anno, Tomas Tranströmer, è stato proposto, per anni, dai premi Nobel Joseph Brodsky, Seamus Heaney e Derek Walcott. Nel 2000, a New York, Susan Sontag mi disse che Tranströmer era lo svedese più conosciuto negli Stati Uniti. È tradotto in sessanta lingue; ci sono locali intitolati a lui in Cina e Slovenia. E tutti noi svedesi lo abbiamo letto e amato fin dalla gioventù.

Il Comitato Nobel è composto da cinque membri appartenenti all'Accademia Svedese. A febbraio ci troviamo con una media di 220 suggerimenti da tutto il mondo. Entro aprile redigiamo una lista di "attesa" di venti autori. A maggio si richiede all'Accademia di approvare una short list di cinque candidati che dovremo leggere nei quattro mesi successivi. Per poter vincere il premio è necessario essere stati in lista per almeno due anni. Garantisco che un gruppo selezionato di scrittori americani, canadesi e australiani è sottoposto di continuo alla nostra attenzione.
Naturalmente abbiamo letto anche Voracità di Jelinek, Mr. Parks, pur trovandolo piuttosto pesante. E molto altro! Da parte mia cerco di leggere un libro al giorno per tenermi in salute. All'Accademia padroneggiamo tredici lingue, ma quando sospettiamo che vi sia un genio celato in una lingua sconosciuta ci rivolgiamo a traduttori ed esperti giurati perché ci forniscano un campione generoso di quello scrittore.

Ci concentriamo sull'opera completa di un individuo a prescindere dalla nazione, dal sesso o dalla religione. Potremmo, se fosse il caso, assegnarlo al Portogallo o agli Stati Uniti cinque volte di seguito, oppure a saggisti, storici o scrittori per bambini. I diritti umani non sono un nostro criterio di scelta. Se premiamo Orhan Pamuk è in virtù dell'eccellente qualità dei suoi romanzi e saggi; solo in seguito il premio viene interpretato in chiave politica.

Nel Comitato siamo lettori accaniti fin dall'infanzia, pertanto possediamo una solida base di giudizio. Nessuno di noi riveste un ruolo accademico; siamo tutti scrittori indipendenti, e abbiamo i nostri manoscritti di cui occuparci nel tempo che resta.

Per Wästberg è Presidente del Comitato Nobel per la letteratura dell'Accademia Svedese, Stoccolma, Svezia

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