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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2012 alle ore 14:56.

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La guardi e sai che con quegli occhi, con quel modo di fare, con quella sensualità tutta sua e una bellezza indecifrabile, potrebbe far soffrire qualsiasi uomo. Si dice che l'abbia fatto fuori dal set, di sicuro le hanno affibbiato questo ruolo molto spesso al cinema e in tv. Fin da quando si fece scoprire da tutto il mondo nella serie Dawson's Creek. Nessuno la ricorda per il mascellone protagonista, tutti, invece, per la colonna sonora, Michelle Williams e Katie Holmes. Durante la messa in onda compare nell'arguto Le ragazze della Casa Bianca, con Kirsten Dunst. Se ne ricordano in pochi, ed è un peccato.

Ha il potere di sedurti e sembrare antipatica a pelle, cattura la macchina da presa come fosse roba sua: Wim Wenders se ne accorse subito e ne fece la sua Lana nel bellissimo Land of Plenty, Ang Lee la scelse come una delle "mogli" de I segreti di Brokeback Mountain, in cui recitava con il compagno di allora Heath Ledger, padre della sua Mathilda Rose. Tra il 2006 e il 2007 infila L'amore giovane di Ethan Hawke e Io non sono qui di Todd Haynes, nel 2008 Synecdoche, New York la mette nelle mani di Charlie Kauffman, Meek's Cutoff la scaraventa nel western. Mammoth, Blue Valentine e l'ottimo Take this Waltz alimentano la sua leggenda di bella, inquieta e maledetta, Scorsese la consacra nella sua parte oscura in Shutter Island e Simon Curtis le offre il ruolo della vita in My week with Marilyn. Come le sue colleghe più esperte e favorite, risalta in un film mediocre. La sua Marilyn Monroe è, nel corpo e nello spirito, terribilmente somigliante. Forse perché le due, in fondo, non sono così diverse. Si porta sulle spalle il film. Da Oscar.

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