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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2012 alle ore 08:40.

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Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (LaPresse)Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (LaPresse)

Dante Ferretti, lo scenografo di Pasolini e Fellini, Bellocchio e Petri, Ferreri e Comencini. Dante Ferretti, otto nomination all'Oscar e tre premi Oscar (tardivamente ma meritatamente vinti per The Aviator, Sweeney Todd e ora Hugo Cabret). Dante Ferretti, l'uomo delle grandi opere liriche e delle installazioni grandiose e dei megaleoni al Festival di Venezia.

C'è una sincera emozione in chi scrive nel raccontare una leggenda, nel festeggiare l'ennesimo trionfo che divide con la moglie e sodale Francesca Lo Schiavo. Per conoscerlo meglio, vi consigliamo il documentario "Dante Ferretti- Scenografo italiano" di Gianfranco Giagni. Può servire per raccontare una carriera straordinaria di questo "ragazzo" di Macerata, classe 1943, partito dall'Italia e ora vate del cinema hollywoodiano come dimostrano i sodalizi con Scorsese o Tim Burton. Di lui Terry Gilliam ha detto "Dante lo ami e lo odi: quando c'è, è meraviglioso, ma quando non c'è, ti manca terribilmente".

E potremmo dire lo stesso di Francesca Lo Schiavo, metà della stessa medaglia. Il loro è un sodalizio straordinario, potentissimo, che ha permesso a molti di innamorarsi del cinema fosse solo per le magie che riescono a creare. E per chi scrive il capolavoro di questa coppia straordinaria e Gangs of New York. Un orgoglio per l'Italia che, però, vittima della contrazione del suo mercato, non può "permetterseli". Non tanto per i compensi quanto per le ambizioni: la loro arte mal si adatta al nanismo del nostro cinema attuale.

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