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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2012 alle ore 14:29.

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Dalì e l'amore per l'Italia in mostra al Complesso del Vittoriano di RomaDalì e l'amore per l'Italia in mostra al Complesso del Vittoriano di Roma

Ha innovato il surrealismo e anticipato il post-modernismo, Luis Buñuel lo considerava molto di più di Picasso, "Picasso era solo un pittore", diceva. Salvador Dalì ha scritto le pagine dell'arte del XX secolo diventando un punto di riferimento nell'immaginario collettivo, è il suo universo onirico, inquietante, straniante, inafferrabile, senza tempo e spazio, o semplicemente daliniano, a conquistare il mondo. Non solo, anche la stravagante capacità di catalizzare l'attenzione e il sorprendente intuito di comprendere quanto fosse importante il ruolo dei media nella costruzione del successo (anticipando Andy Warhol) hanno contribuito alla causa.

La mostra allestita al Complesso del Vittoriano di Roma (fino al 1° luglio) si concentra soprattutto sull'uomo Dalì e sul suo rapporto con l'Italia. L'esposizione si apre con una serie di scatti in bianco e nero del fotografo russo-americano Philippe Halsman che ritrae l'artista catalano in primo piano con i suoi baffi inconfondibili, espressione di una personalità fuori dal comune. Eccoli immortalati in evoluzioni goliardiche che rimandano al carattere eccentrico di Dalì: pensiamo alla presentazione della sua mostra a Roma nel 1954 quando apparve ai giornalisti come un mago o alla 22^ Mostra del cinema di Venezia brandendo una pistola, così per attirare l'attenzione dei media.

La sua storia d'amore con l'Italia inizia nel 1935 quando viene invitato nel nostro paese dal collezionista, pittore e poeta Edward James, insieme inventarono il "Divano-labbra di Mae West" (esposto), uno dei suoi "oggetti surreali" che definiva "rigorosamente inutili da un punto di vista razionale ma che materializzano,con furore feticista, idee e fantasie di carattere delirante". Alcune fotografie lo mostrano con James e la moglie Gala, la sua musa ispiratrice, nella piscina della contessa Anna Laetitia Pecci-Blunt. Insomma oggetti, foto e lettere scandiscono il legame tra Dalì e l'Italia.

Collaborò con Luchino Visconti come costumista dello spettacolo "As You Like It" di Shakespeare del 1948, interpretato da Vittorio Gassman e Mastroianni (aveva una piccolissima parte). "Cercavo uno scenografo bizzarro, un mago", dichiarò Visconti. Sono esposti gli abiti di Rosalinda e del Buffone Pietra di Paragone. Nello stesso anno Dalì visitò il giardino di Bomarzo, i mostri e i giganti di pietra dello scultore Pirro Ligorio gli erano famigliari, il nostro paese dunque non era solo un punto di riferimento per i maestri classici, ma anche per la scoperta dell'ignoto. Poi lo vediamo insieme ad Anna Magnani per il progetto del film "La corretilla de carne", a Fellini che avrebbe dovuto girare un lungometraggio sulla vita dell'artista e all'industriale Alberto Alessi. Dalì si accostò anche al mondo della pubblicità realizzando le bottiglie per il liquore "Rosso antico" e per il profumo di Elsa Schiaparelli.

L'artista spagnolo aveva una profonda ammirazione per i nostri maestri, come accennavamo, è plateale la sua ammirazione per Raffaello, "mi sarebbe piaciuto tanto assomigliargli", scriveva, e lo dimostra nel capolavoro "Autoritratto con il collo di Raffaello" (1921). Ammirazione che protende anche verso Piero Della Francesca, la cui Pala di Brera rivive nel mistico e scientifico "Madonna di Port Lligat", verso Michelangelo: la sua "Pietà" viene rivisitata e dalinizzata, qui il corpo dal colore fluorescente diventa paesaggio solenne e intangibile. Ci sono tra gli altri Benvenuto Cellini, Beato Angelico, Antonello da Messina (quella mano che protende verso l'osservatore della sua "Vergine annunciata" di Palermo la ritroviamo in "Impressioni d'Africa" di Dalì), il Palladio e il Bramante che "di giorno in giorno mi apparivano i più perfetti realizzatori di compiutezze umane nel campo dell'estetica", parole di Dalì che scorrono nel suo testo "La mia vita segreta".

Dalì. Un artista, un genio
Complesso del Vittoriano, Roma
Fino al 1° luglio
Curatori: Montse Aguer e Lea Mattarella
www.comunicareorganizzando.it
Info: 06 6780664 – 06 6780363

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