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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2012 alle ore 17:54.

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Il Pellizza da Salt LakeIl Pellizza da Salt Lake

Ci vuole un decente arsenale iconografico per dare battaglia a un gigante della comunicazione come Barack Obama. Serve un Mount Rushmore dell'immaginazione. Per alimentare i sogni popolari attorno ai candidati repubblicani – o all'unico candidato possibile, il mormone Mitt Romney – non bastano le tirate tv di Glenn Beck o l'eccentrica dottrina di Cleon Skousen e del suo The 5000 Year Leap.

Le passioni vanno alimentate con una bellezza americana. Basti pensare a quanto fece per l'emergente Obama il sostenitore non ufficiale Shepard Fairey che inventò la prodigiosa tricomìa chiamata "Hope". Ma adesso l'America conservatrice ha il suo pittore di corte: Jon McNaughton, da Provo, Utah, capitale mondiale del mormonismo, fino a poche settimane fa (quando i docenti democratici hanno protestato) permanentemente esposto dalla libreria della Brigham Young University, la centrale educativa della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni. McNaughton è un pittore professionista che si guadagnava da vivere dipingendo quadri d'arredamento per la piccola borghesia del West: vedute della Toscana e soprattutto soggetti religiosi. Poco più di un decoratore, fin quando McNaughton ha avuto l'idea d'inaugurare la sua serie di "quadri politici". Sono due le opere che hanno fatto di McNaughton un caso per i media Usa.

Ora al suo sito (www.mcnaughtonart.com merita una visita, per lo stile irruento e fondamentalista con cui come motiva le opere) arrivano centinaia di ordini per una litografia o una stampa autografata (dai 200 ai 2.000 dollari) di "One Nation Under God" e "The Forgotten Man", le opere che hanno fatto di McNaughton una celebrità istantanea. Il tratto è quello di un epigono di Norman Rockwell: pittura di vibrante realismo, imparentata con l'immaginario hollywoodiano e con l'orgoglio dell'eccezionalità americana. In "One Nation" Gesù è circondato da due gruppi di figure archetipe: a sinistra i "virtuosi", un marine, un maestro, un reverendo. A destra i "peccatori", un giornalista, un politico, un accademico che stringe il darwiniano L'origine delle specie e un piangente giudice della Corte Suprema.

Il Redentore porta con sé la Costituzione. Ma la pittura di McNaughton diventa apertamente anti-Obama nel nuovo quadro The Forgotten Man: il presidente, a braccia conserte, calpesta incurante e superbo la Costituzione, circondato dai 43 predecessori che lo implorano di ravvedersi. James Madison è quasi in ginocchio, George Washington chiede a Obama di girare lo sguardo su "l'uomo dimenticato", l'americano medio, spogliato del suo "sogno". Disseminati per terra dollari e documenti storici ormai senza valore. Dunque un postmoderno Pellizza da Volpedo dell'ultradestra che dipinge poster da salotto che entusiasmano la provincia del Tea Party. Ma anche una contrapposizione secca con l'iconografia underground di Farey: estremizzazioni buone per la stagione del voto. Mentre per il prossimo quadro il pittore mormone ha già il titolo: One Nation Under Socialism.

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