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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2012 alle ore 08:14.
L'intervista con cui il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha riaperto il discorso sui cosiddetti ogm, cioè sulla possibilità di riprendere anche in Italia la ricerca per creare e coltivare piante geneticamente modificate di interesse agricolo, cade in un momento incredibilmente opportuno. Rimanere pregiudizialmente contrari agli ogm è oggi, per l'Italia, insensato sul piano razionale e dannoso su quello economico. Non è razionale perché gli ogm sono più sicuri ed ecologicamente sostenibili delle coltivazioni tradizionali. Ed è economicamente svantaggioso perché gli ogm garantiscono rese maggiori e tutela della qualità. Ora che le multinazionali del biotech se ne sono andate dall'Italia, ritenendo che non ne avrebbero ricavato niente, si può finalmente superare l'argomento del controllo brevettuale da loro esercitato su queste tecnologie, e tornare a investire in ricerca pubblica e nella creazione di brevetti in un settore dove l'Italia, grazie ai suoi prodotti agricoli di qualità e alle competenze scientifiche presenti nelle università e negli enti di ricerca pubblici, potrebbe rapidamente conquistare una leadership internazionale. Una nutrita schiera di scienziati e agricoltori sta sottoscrivendo un appello ai presidenti della Repubblica e del Consiglio per affrontare in modo laico e razionale il problema: www.salmone.org.
Peraltro gli ogm nel mondo non sono più l'eccezione, ma la norma. Il rapporto annuale dello Isaaa registra che alla stessa data del 31 ottobre 2011 la superficie coltivata a ogm ammontava a 160 milioni di ettari (un decimo di tutta la superficie del pianeta coltivata). Con guadagni non solo per i contadini (17 milioni) che li usano ma anche per l'ambiente, dato che dove si coltivano ogm da più tempo si produce meno CO2 e si usano meno pesticidi e fertilizzanti. In quelle zone anche l'agricoltura biologica è più conveniente. Brasile, Cina, India, Cina, Sud Africa e Argentina vedono incrementare quasi esponenzialmente le coltivazioni ogm: l'Argentina era in miseria solo dieci anni fa e, anche grazie agli ogm, la sua economia cresce al ritmo del 7 per cento. Mentre altri 150 milioni di ettari di coltivazioni ogm si aggiungeranno presto, al più tardi nel 2020 sarà in commercio il grano ogm, e a quel punto se l'Europa e l'Italia non avrà una politica agricola competitiva, che includa l'uso degli ogm, sarà una tragedia indescrivibile per la nostra agricoltura/economia.
In Italia, l'ultima pubblicazione che cerca di fornire qualche informazione attendibile sui rischi (praticamente assenti) e l'utilità (enorme, soprattutto per garantire un futuro ai nostro prodotti tipici) della coltivazione di ogm in Italia è il libro curato dal giornalista Rai Elio Cadelo, che raccoglie interventi dello psichiatra Vittorino Andreoli, dei genetisti Luigi Rossi, Roberto Defez, Rosella Franconi, degli economisti Giovanni De Caro e Dario Frisio, dei biologi Alessandro Vitale, Giuliano D'Agnolo e Bruno Mezzetti, del giurista Luca Simonetti, dello stesso ministro Clini e del teologo Gonzalo Miranda. Si parla dell'ipocrisia per cui mentre vietiamo la coltivazione e commercializzazione di ogm, importiamo quotidianamente alimenti e mangimi derivati da ogm. E si spiega perché gli ogm sono sicuri e puntare solo su "biologico, km 0 e tipico" significa distruggere definitivamente l'agricoltura italiana.
Nessuno può giudicare Andreoli uno scientista e un provocatore. Nondimeno è il più deciso nel denunciare la "stupidità" della propaganda anti-ogm e a chiedere che, per discuterne, venga usata la scienza in modo appropriato, piuttosto che trascinarla in forme di spettacolarizzazione e denigrazione che ne sviliscono il significato e la portata conoscitiva e pratica.
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Perché gli Ogm, a cura di Elio Cadelo, Palombi Editore, Roma, pagg. 176,
€ 12,00. Il libro sarà presentato martedì 20 marzo a Roma alle ore 11.00 presso la Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", Sala degli Atti Parlamentari, piazza della Minerva
James Clive, Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2011, Isaaa Brief No. 43. Isaaa, Ithaca, NY, 2011, $ 50,00