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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2012 alle ore 15:18.

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Luca Cordero di Montezemolo posa insiema a Jay Kay.Luca Cordero di Montezemolo posa insiema a Jay Kay.

Lo chiameranno pure «Slow-hand» per quell'adorabile vizio di indugiare un po' con la mano durante gli assoli di chitarra ma, in fatto di automobili, mister Eric Clapton preferisce la velocità.
Ferrarista convinto da più di quarant'anni, la rockstar britannica in questi giorni dovrebbe vedersi consegnare dalla leggendaria scuderia di Maranello una 458 Italia registrata Sp12 Epc, laddove Sp sta per «special project» ed Epc per Eric Patrick Clapton, come il nostro risulta all'anagrafe. Una variante di lusso del già costosissimo bolide con un design decisamente anni Settanta e una particolarità fondamentale: il motore, piuttosto che il 4.5 V8 da 570 cavalli che di solito viene montato sul modello, è un 6.0 V12 da 620 cavalli, lo stesso della 599 GTB.

Un vezzo del genere gli ingegneri di Maranello non lo avrebbero concesso a tutti. In questo caso toccava un'eccezione perché il committente, non solo non avrà esitazioni di sorta a firmare un assegno che dovrebbe aggirarsi intorno ai tre milioni di sterline, ma è cliente affezionatissimo, un vero e proprio testimonial vivente della Rossa quanto può esserlo della Fender Stratocaster o della Gibson Les Paul «Beano». Per capirci: a metà degli anni Sessanta, appena riuscì a mettere insieme i quattrini giusti tra Yardbirds, Bluesbreakers e ospitate di lusso, si «regalò» una 250 GT Berlinetta Lusso tutta d'argento. La stessa che oggi i collezionisti di mezzo mondo chiamano la Ferrari Eric Clapton e che, qualche anno fa, è stata pure immortalata in un modellino in scala con l'iconcina a colori del guitar hero.

Tutta colpa dell'amico Beatle. Com'è nata questa passione? La vulgata rockettara guarda ancora una volta in direzione dei Beatles e di George Harrison in particolare, il chitarrista dei Fab Four che con Clapton ha sempre avuto un rapporto speciale. Slowhand dovrebbe all'amicizia con Harri il ruolo di turnista d'eccezione dei quattro di Liverpool, una moglie – la fotomodella Pattie Boyd che era stata la signora Harrison – e per l'appunto la passione ferrarista: zio George, altro grande amante dei motori, possedeva infatti una elegantissima 365 GT. Così come John Lennon, capo carismatico dei Beatles, faceva tendenza nella Swinging London con una 330 GT, l'auto sulla quale, secondo la leggenda, avrebbe preso lezioni di guida.

La «Dino» del Re. Si sa che i Beatles agli esordi guardavano con attenzione a tutto ciò che, al di là dell'Oceano, faceva Sua Maestà Elvis Presley. Quest'ultimo collezionava auto sportive (la visita al «parco macchine» ancora oggi è un must per tutti i fan che si recano in pellegrinaggio a Graceland) e per i bolidi emiliani aveva un debole. Bellissima la sua Dino Ferrari nera, ricordo di quegli anni Settanta che lo videro grasso e depresso. Tra un concerto a Las Vegas e un colpo di pistola sparato contro la Tv al primo stacco pubblicitario, il Re in persona spingeva forte sull'acceleratore per le strade del Tennessee.

Ferrari pop. Giocattolo prediletto di molti milionari annoiati, la Ferrari non piace solo alle rock star ma anche agli eroi del pop. George Michael, per esempio, s'è fatto spesso fotografare dai paparazzi al volante di una California nera poi messa in vendita. Dev'esserci davvero grossa crisi, ragazzi. Chi non si allontanerebbe mai dal Cavallino è Jay Kay, leader della band feticcio dell'acid jazz Jamiroquai. Alla Ferrari ha dedicato addirittura un album - «Travelling without moving» che in copertina riproduce il celebre logo della scuderia «sostituito» dalla silhouette del cantante – e un brano, «Cosmic Girl», nel cui video sfreccia a più di 300 chilometri orari in una specie di test drive canterino. A Maranello va spesso ospite e, quando i tour glielo permettono, fa un bel giro nella sua «Enzo».

Ferrari in Jazz. Si sa che i jazzisti guadagnano infinitamente meno rispetto a chi fa rock o pop. Anche questa regola, tuttavia, ammette importantissime eccezioni: Miles Davis, per esempio, che per almeno quarant'anni «è stato» il jazz. Girava il mondo in prima classe, amava l'Italia, il cibo, il vino e le belle donne del Belpaese. Le Rosse le collezionava e, feticisticamente, ci si faceva fotografare. Perché forse ha ragione mister Clapton: «Da un motore Ferrari esce musica». Chi di musica s'intende non può restarne immune. Sempre che abbia disponibilità economiche sufficienti.

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