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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 17:21.

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(Alinari)(Alinari)

Il Fondo Ambiente Italiano oggi festeggia i suoi vent'anni e dobbiamo dire che ha rappresentato una grande "invenzione" per il nostro Paese: ha saputo mobilitare energie ed esprimere idealità e valori che altrimenti non avrebbero avuto lo spazio che via via hanno conquistato.

Credo che il Fai sia stato fondamentale per promuovere conoscenza e consapevolezza di ciò che costituisce il patrimonio storico-artistico e paesaggistico del nostro Paese, l'ambiente italiano per eccellenza. Se ci chiediamo quali possono essere stati i risultati di tante iniziative concrete assunte dal Fai in questi vent'anni, e di tutta la sua complessiva azione anche pedagogica, ebbene i risultati sono stati indubbi, nel senso di suscitare nell'opinione pubblica, tra i cittadini e in modo particolarissimo tra i giovani, più sensibilità e anche più capacità di pressione per i valori dell'ambiente e del patrimonio storico-artistico di cui l'Italia è così ricca. Mentre i risultati sono ancora inadeguati – e non poteva bastare soltanto l'azione del Fai – sull'impegno delle istituzioni e della politica affinché venissero adottate le decisioni legislative, le decisioni amministrative, le decisioni di bilancio indispensabili per realizzare effettivamente una maggior valorizzazione di queste nostre straordinarie risorse.

E, allora, ci si può chiedere che cosa è mancato e manca ancora. Ho visto che tra le tante domande o tra i tanti commenti che mi sono stati indirizzati – e ringrazio coloro che lo hanno fatto: purtroppo non sono in grado di rispondere ad una ad una a tante interpellanze, chiamiamole così – c'è chi ha detto: «Perché la politica è stata così poco lungimirante finora verso un impegno come la valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico?». Ma che cosa significa essere lungimiranti? Significa saper guardare lontano, ed effettivamente troppo spesso la politica non ha saputo guardare lontano: ha guardato soltanto all'utile immediato che si poteva ricavare da una decisione di governo nazionale o anche da una decisione di governo locale. Ha guardato troppo spesso al consenso facile: per esempio concedere permessi che non si dovrebbero dare per ottenere un beneficio politico elettorale è divenuta una regola.
Bisogna saper resistere anche alle pressioni improprie, bisogna saper valutare qual è l'interesse generale del Paese, e non soltanto quello per il giorno dopo, ma per gli anni a venire, nel periodo lungo, con politiche, appunto, lungimiranti.

Questa lungimiranza innanzitutto nasce, o dovrebbe nascere, da una seria considerazione di che cosa significa l'immagine dell'Italia nel mondo, di che cosa significa anche la qualità della vita in Italia, al di là di ogni ragionamento in termini strettamente economici. Ma poi, la cosa importante è sapere che, anche in termini strettamente economici, il patrimonio storico-artistico e paesaggistico dell'Italia costituisce una ricchezza e una risorsa enorme, assai poco sfruttata, assai poco valorizzata. Quindi, bisogna fare attenzione anche a tutte le sottovalutazioni: talvolta ci sono state anche frasi sprezzanti su quello che costa e non rende la cultura.

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