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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2012 alle ore 18:23.

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MILANO. Siamo in un bunker segreto e chissà dove nascosto. In scena, un affarista senza scrupoli, immerso in una Jacuzzi dall'acqua torbida, con tanto di escort russa a supporto, tiene per il selezionatissimo pubblico una conferenza dai toni inquietanti ed estremi.

E' "Chicago Boys", lo spettacolo di Renato Sarti in ripresa al Teatro della Cooperativa di Milano in questi giorni. Siamo invitati a sbirciare tra le regole della setta allargata composta da otto milioni di individui che detengono oltre il 99% della ricchezza del pianeta. Per entrare a farne parte, basta seguire una decina di semplici regole, dalle quali sono banditi gli scrupoli morali.

Il mefistofelico Sarti scandisce così, in brevi lezioni di vita, una controstoria economica del mondo, che va dal golpe in Cile alla caduta del muro di Berlino, passando per le catastrofi naturali (uragani e tsunami) fino ad arrivare alla Russia di Putin e allo straordinario business dell'acqua da privatizzare.

Come recita un beffardo cartellone nel foyer del teatro, i Chicago Boys non sono una squadra di football. Sono un gruppo di economisti formatosi a Chicago all'inizio degli anni '70 sotto la guida di Milton Friedman, premio Nobel nel 1976 e teorico, tra gli altri, della teoria neoliberista che influenzò (tra gli altri..) Ronald Reagan e Margaret Tatcher. La tesi di Sarti, in una coraggiosa, inesorabile, spericolata discesa agli inferi del nostro presente, è che un certo capitalismo ai imiti del "gangsterismo" prenda le mosse da lì. Da una deregulation selvaggia, al grido di "libera volpe in libero pollaio" e "privatizzare i guadagni e pubblicizzare le perdite".

Immobilizzato nella sua putrida vasca da bagno extralusso, spietato ai limiti del grottesco con la sua sparring partner (Elena Novoselova, brava in crescendo con il passare dei minuti dello spettacolo), il protagonista è drammaticamente confermato nelle sue parole e nelle sue azioni dai video che scorrono alle sue spalle. Esondazioni, migrazioni di massa, golpe militari, altre catastrofi naturali, test nucleari.

Lo spettacolo di Sarti riesce a far male, non c'è che dire. L'apertura "metateatrale" al pubblico in sala ci coinvolge come complici più o meno volontari delle piaghe che il regista passa in rassegna. "Chicago Boys" vuole risvegliare la nostra coscienza dal torpore del compromesso e dell'accettazione. E lo fa non solo con l'antifrastica analisi economica, ma anche e soprattutto attraverso i mezzi del teatro, attraverso il suo linguaggio, il suo ruolo e la sua tecnica.

Chicago Boys
di Renato Sarti con la collaborazione di Bebo Storti, regia di Renato Sarti,
con Renato Sarti, Elena Novoselova; scene e costumi Carlo Sala, video realizzati in collaborazione con Fabio Bettonica e N.A.B.A. - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, produzione Teatro della Cooperativa;
con il sostegno di Regione Lombardia - Progetto Next in collaborazione con La Corte Ospitale Al Teatro della Cooperativa di Milano fino al 5 aprile
Info: www.teatrodellacooperativa.it

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